Simon YATES. 10. Ci prova e già per questo merita applausi. Ci prova e si porta a casa l’ennesima manciata di secondi su Bernal e si porta soprattutto in albergo questa bellissima vittoria. Non riapre il Giro, che il colombiano della Ineos può chiaramente amministrare, ma la corsa non è in ogni caso chiusa.
Joao ALMEIDA. 9. È un peccato che abbia trovato il colpo di pedale giusto solo adesso. Il suo inizio è stato disastroso e la classifica porta ancora i segni evidenti di quell’inizio al rallentatore. Oggi brillante come pochi, molto più di Bernal.
Egan BERNAL. 6. È chiaro ed evidente che arriva alla resa dei conti in riserva e con gambe non esplosive e forse qualche problema di troppo. Non è brillante, non è al meglio, si vede ad occhio nudo. Oggi si difende, amministra e ragiona: a livello di gestione è da 10 pieno. Dormire sonni tranquilli: meglio di no. Pericolo incubi.
Damiano CARUSO. 8. Si fa i complimenti e io mi accodo, perché ci ha provato. Perché ha provato a non fare solo il Caruso regolarista che va su col suo passo, ma ha cercato anche di fare qualcosa di più. Ha il grande merito di capire che era molto, troppo rischioso, che non era cosa.
Daniel MARTINEZ. 9. Oggi il monumento va fatto a questo eccezionale 25enne passista scalatore colombiano che guida Bernal come un Ganna (voto 10 per come riporta dentro in un amen proprio Daniel) o un Moscon in tratti di pianura. Grandissimo lavoro di una squadra grandissima. Questo Giro Bernal lo vincerà più di testa che di gambe, per la grande classe e intelligenza che ha e una squadra mostruosa, per la serie: da soli non si va da nessuna parte.
Aleksander VLASOV. 5. Il 25enne russo non tiene, fatica anche quando dà l’impressione di vivere una giornata nuova. Invece ormai il podio si allontana.
Dan MARTIN. 6,5. Chiude in crescendo la sua terza settimana. Non è stato un Giro semplice, ma ora è semplicemente lì.
Roman BARDET. 5. Il suo è un Giro senza infamia e senza lode. Sempre dietro, ma non indietrissimo.
Tobias FOSS. 5,5. Il 24enne norvegese della Jumbo Visma è attualmente 9° nella generale, ma anche oggi appena la corsa si infiamma, lui scappa dal fuoco. Indietro.
Gianluca BRAMBILLA. 17. Jella e malasorte, unita a sfortuna e sventura rogna e disgrazia. Insomma, per i Trek Segafredo non è andata benissimo. La ruota ha sempre girato per un verso: all’incontrario. Oggi anche il vicentino cade e picchia il ginocchio: per lui fine del Giro. Speriamo anche che sia la fine di tutti questi eventi poco fortunati. Voltiamo pagina e ricominciamo da capo.
Giovanni ALEOTTI. 7. Il 22enne modenese della Bora Hansgrohe entra nella fuga di giornata ed è già una vittoria perché non è stato né semplice né tantomeno facile. Sul filo dei sessanta all’ora ci hanno provato in tanti, alla fine prende il largo questa fuga di sei corridori che in pratica prende forma dopo 43 chilometri di corsa. Con il pupo della Bora, uno dei ragazzi più interessanti del nostro vivaio, Lawrence Warbasse (Ag2r Citroen), Nicola Venchiarutti (Androni Sidermec), Mark Christian (Eolo Kometa), Quinten Hermans e Andrea Pasqualon (Intermarché Wanty Gobert).
Cycling Team FRIULI. 9. Anche oggi due dei suoi ragazzi in avanscoperta (Aleotti e Venchiarutti), a conferma del grande lavoro fatto in questi ultimi anni dai bianconeri di Roberto Bressan.
Paolo BELLINO. 10. Il Giro d’Italia ha reso omaggio alle vittime della Funivia del Mottarone poco prima del passaggio della Corsa Rosa da Stresa. L’ad di RCS Sport Paolo Bellino, il Direttore del Giro Mauro Vegni e il direttore del Giro-E Roberto Salvador, insieme al Sindaco di Stresa Marcella Severino, hanno deposto una corona di fiori - alla partenza della Funivia - per ricordare le persone decedute in questa tragedia.
ACCPI&CPA. 10. Un messaggio social semplice ed elementare, ma non scontato. «Oggi il #Giro non scalerà il #Mottarone, ma i corridori non dimenticano le 14 vittime dello schianto della funivia di #Stresa e all'unanimità hanno deciso di devolvere i premi della tappa odierna al piccolo #Eitan e alle famiglie coinvolte da questa terribile tragedia. #CPA #WeAreTheRiders #Cycling #StrongerTogether». Per quello che può valere, per quello che vale, per quello che forse dovremmo fare tutti: mettiamoci alla loro ruota.