Egan BERNAL. 10. È il padrone anche se la sua non è la voce del padrone, ma di un ospite gradito, che decanta le bellezze della nostra terra, della nostra corsa, di noi italiani che l’abbiamo accolto in fasce come un nostro bimbo e tale continuiamo a considerarlo. È un ragazzo che ringrazia, che si ricorda delle persone che l’hanno aiutato e le cita di continuo, uno dopo l’altro. Ora che è qualcuno, potrebbe fare come fanno tanti, che dimenticano, che voltano pagina e cambiano agenda e numeri di telefono: macché tizio che non conta nulla, parlo solo con caio che è qualcosa. Cita sempre l’Androni Giocattoli, che forse se l’è goduto fin troppo poco, ma credo che continui a goderselo come un figlio che non dimentica mai di ringraziarli.
Jacopo GUARNIERI. 7. I velocisti sono finiti sul banco degli imputati, e oggi gli sprinter sono stati difesi dal “pesce pilota” di Arnaud Demare. «Io capisco benissimo le ragioni del Giro – ha spiegato - e una certa delusione che possono provare gli organizzatori nel vedere molti velocisti che si ritirano anzitempo, ma invito tutti a considerare le ragioni delle ruote veloci: praticamente dopo la tappa di Verona, non c'è più un arrivo adatto agli sprinter e la conclusione a Milano è con una cronometro. Al Tour specialmente, ma anche alla Vuelta, ci sono più tappe riservate ai velocisti e c'è la frazione finale di Parigi o Madrid che rappresentano una grande opportunità per noi». Vostro onore, non serve altro.
Enrico GIOVANNINI. 10. Il Ministro delle infrastrutture e della Mobilità sostenibile ha chiesto la cancellazione del Mottarone, per rispetto delle vittime di domenica e la Regione Piemonte ha raccolto l’invito chiedendo che venga eliminata dal tracciato della 19a tappa (la Abbiategrasso-Alpe di Mera) la salita. Una richiesta proposta per rispetto delle vittime e per evitare il rischio del "turismo macabro", cioè della gente che potrebbe riversarsi sul luogo del disastro spinta dalla curiosità. Voto 10 a Ministro e Regione, sui potenziali curiosi che sarebbero saliti lassù in cima per godersi lo “spettacolo” fate voi.
Damiano CARUSO. 10. È come se fosse la maglia rosa, come se il Giro lo comandasse lui. È vero, c’è Bernal che non è propriamente un intruso, uno qualsiasi, anzi. Però il siciliano sta facendo qualcosa di eccezionale ed è giusto rimarcarlo, ma è anche giusto sognare. Tanto poi a tenere ben saldi i piedi per terra ci pensa lui, che non è tipo che si lascia andare a voli pindarici. Mi hanno riferito che oggi il siciliano abbia confidato: «Quando Bernal si alza sui pedali, mi fanno male già le gambe…». A noi fa enormemente bene vederlo lì, appena dietro.
Beppe MARTINELLI. 7. Siamo aggrappati a lui e Vlasov, anche se l’esperto tecnico bresciano non si fa illusioni. «Bernal ha dimostrato di andare talmente forte che non basterebbe una crisi per riaprire il Giro ma ne servirebbero due o tre...», dice. Molto chiara anche la sua posizione in merito all’accorciamento del tappone dolomitico: «È stato giusto accorciare la tappa, è nata una frazione bellissima e spettacolare… ». E ancora: «Io vi dico solo che nel 1988 sul Gavia c'ero e non voglio più vedere una cosa del genere perché quello non è ciclismo e non è neanche sport». Chiaro, no?
Igor TAVELLA. 10. Anche questo appassionato vive la sua giornata di gloria. Voleva vederli da vicino e per questo è salito fin su al Passo Giau e alla fine ce li ha fatti vedere. In pratica si sostituisce – suo malgrado – a mamma Rai, che per problemi tecnici non riesce a irradiare nel mondo le immagini. Gli aerei sono a terra, gli appassionati anche. Ci pensa Igor che, come scrive oggi su Repubblica Cosimo Cito, è un 44enne albergatore di Ustaria Posta di Badia e con il suo smartphone assolve appieno il suo compito, regalandoci su Instagram una mezzora di passaggi in quota. Insomma, salito per vedere da vicino i suoi beniamini, li fa vedere anche a noi. Grazie.
Davide CASSANI e STEFANO RIZZATO. 8. Non è stata giornata facile quella di ieri per tutta la truppa Rai. Bravi bravissimi Francesco Pancani e Giada Borgato, che hanno saputo raccontare con i preziosi e sempre suggestivi inserti di Fabio Genovesi una corsa che sul più bello non si è più vista, ma solo sognata. Loro hanno avuto il colpo d’ala di coinvolgere i due “motociclisti”, Rizzato e Cassani, che hanno raccontato alla perfezione ciò che nessuno poteva vedere, facendocelo immaginare: come in una fiaba.
Processo alla TAPPA.7. I lettori di tuttobiciweb lo sanno alla perfezione, il nostro non è solo un sito ma un’agorà del pensiero, dove albergano notizie, risultati e numeri, ma soprattutto opinioni. A differenza di tanti commentatori di rete, noi ci mettiamo la faccia e una firma: questione anche di forma che è poi sostanza. Angelo Costa gioca con le parole e i protagonisti del Giro come un acrobata volteggia in cielo; Cristiano Gatti affila le frecce con la sua scrittura chirurgica e puntuta; Giuseppe Figini ci accompagna come un Virgilio in un magico viaggio rosa lungo il Belpaese; Francesca Monzone racconta da dentro ciò che noi vediamo da fuori; Marco Pastonesi è l’uomo del ricordo fatto parola e che si ricorda sempre come si posizionano le parole giuste. E poi ci sono Giulia De Maio, Giorgia Monguzzi, Carlo Malvestio, Nicolò Vallone… Insomma, scusatemi se in questo giorno di riposo, mi sbrodolo addosso. Detto questo tuttobiciweb è un sito d’informazione giornalistica e di opinioni. Ognuno ha la sua e in questa agorà ognuno può cogliere quello che più gli aggrada, quello che più gli piace, come si confà in un Paese libero. Detto questo, avrete visto che di tanto in tanto io non la penso come alcune mie eccellenti e preziose firme, in un paio di circostanze con Cristiano Gatti: per i velocisti, per Nizzolo, per la tappa accorciata. Sul Processo, ad esempio, la sua rubrica che potete leggere oggi è arrivata proprio all’indomani di una puntata nella quale si è fatto un vero e proprio processo. Sono intervenuto anch’io, che ho detto la mia. Insomma è stato fatto un processo. In questo caso ai corridori, che io ho difeso, accettando di buon grado l’accorciamento del tappone dolomitico. Alessandra De Stefano si è anche prodigata a comprendere quale sia oggi il confine del nuovo ciclismo… ah saperlo. L’argomento è intrigante e non è nemmeno di facile soluzione. Tornando al Processo, per Cristiano deve essere più vigoroso, più cattivo e corrosivo. Diciamo più Processo. Quello di ieri lo è stato. Quindi, avanti così, da lì: da ieri.
P.S. A scanso di equivoci e prima che qualche bontempone scriva che questo pistolotto l’ho fatto solo perché mi invitino nuovamente: “no problem”. Invitate chi volete, me escluso. Continuerò a seguirvi lo stesso. Io il mio sfogatoio ce l’ho già: ho la fortuna di dirigere tuttobiciweb. Non è poco.