Lorenzo FORTUNATO. 10 e lode. Il prof - è laureato in scienze motorie – da una lezione a tutti, prendendosi una delle cattedre più belle in assoluto, quella di “grimpeur” con un master allo Zoncolan. Sarà anche un ragazzo fortunato, come tutti ora cantano e giocano su una battuta prevedibile quanto oziosa, ma la fortuna Lorenzo se l’è andata a prendere di prima mattina, su impulso di uno che di ciclismo Giri e Zoncolan ne sa qualcosa, come il suo attuale team-manager Ivan Basso. È andato e ha resistito, a tutto e tutti, con forza e tenacia, aggrappato al manubrio della sua bicicletta, stantuffando come un pazzo sui pedali che non sentivano ragioni di scendere. Azione di forza, costruita in questo Giro corso sin dall’inizio con coraggio, sia da lui, sia da Vincenzo Albanese, sia da tutti i ragazzi della Eolo Kometa diretti da Stefano Zanatta. Bella dimostrazione di forza per un piccolo team, con il budget più basso di tutto il Giro che oggi, nonostante la nebbia, ha davvero toccato il cielo con un dito.
Jan TRATNIK. 9. Gara monstre per lo sloveno del team Bahrain. Da buon cronoman, prende e va su del suo passo, e che passo. Mena le danze tutto il giorno, senza risparmiarsi. Non crolla mai, cede solo qualche metro a Fortunato, ma la prova di questo ragazzo diretto da Alberto Volpi è da applausi a scena aperta.
Alessandro COVI. 8. È uno dei ragazzi più interessanti del ciclismo italiano. Ha soli 22 anni il pupo di Mauro Gianetti, ma oggi fa vedere gambe e testa, con una condotta di gara accorta e intelligente. Il ragazzo della Uae Emirates ha numeri da grande corridore: portiamo pazienza, please.
Egan BERNAL. 7,5. Potrebbe spaccare le montagne, e anche questa montagna, ma si affida più al buonsenso che alla voglia di strafare. Eccezionale il lavoro dei suoi compagni di squadra (voto 9), molto buono il suo finale. Poteva far molto più male, ma rischiava di farsi del male. Va bene così.
Bauke MOLLEMA. 6. Considerando la sua esperienza e la sua storia, ad un certo punto era tra i predestinati al successo finale insieme a George Bennett: non è così.
Simon YATES. 7. “Fantasmino” è qui. Sbuca dalle retrovie, risale la corrente e sbuca dalle nebbie. Ora è secondo in classifica generale e, a questo punto, non potrà più nascondersi.
Damiano CARUSO. 8,5. Lo Zoncolan è una strega che ti fa vedere anche la Madonna. Non sono pendenze per uno come lui, ma lui si china sul manubrio e si trasforma in un folletto. È la nostra speranza, il nostro orgoglio.
Giulio CICCONE. 7. Si difende, come può, fin che può e tiene la sua posizione, che è buona buonissima, da perfezionare in tappe a lui più congeniali.
Emanuel BUCHMANN. 6. Fa il minimo necessario per rimanere a galla, senza sprofondare.
Hugh CARTHY. 5. Il britannico era uno degli uomini più attesi di giornata: si è fatto attendere troppo.
Romain BARDET. 5. Il transalpino è qualcosa di indefinibile. È lì, ma non si vede mai.
Aleksandr VLASOV. 4. Il voto è duro e severo anche in base al lavoro monumentale svolto dai suoi compagni di squadra. Gli apparecchiano la tavola come meglio non potrebbero. Quando arriva il momento di mangiare, lui paga il conto e si defila.
Remco EVENEPOEL. 5,5. È talmente giovane, talmente inesperto che non me la sento di infierire. Questo è un ragazzo di assoluto talento, che sta correndo il suo primo grande Giro con umile rabbia, prendendo ceffoni e pugni con l’umiltà di chi sa che vanno presi, in attesa di restituire tutto. Anche con gli interessi.
Vincenzo NIBALI. 11. Undici anni fa oggi, ad Asolo, Vincenzo conquistava la sua prima tappa rosa. Da lì in poi sarebbe stato un crescendo bello e sublime. Oggi incassa oltre dodici minuti. Dirà all’arrivo: «Non era giornata». Parole amare per un tempo andato, ma che fanno parte di una storia che non si cancella.
Jacopo MOSCA. 7. Il gruppo rinviene, lui non ci pensa su e si mette al servizio di Bauke Mollema. Innesta il pilota automatico e va. Tira come un ossesso: grande il lavoro svolto oggi dal 27enne cuneese della Trek Segafredo.
Edoardo AFFINI. 7. Ieri il quasi gol sul traguardo di Verona, oggi si butta nella fuga e scorta come un sol uomo George Bennett. Guida, protegge e tira. Anche lui fa un lavoro oscuro e prezioso. Bravissimo.
Fabio FELLINE. 7. Il 31enne corridore torinese comincia il lavoro assieme a Matteo Sobrero. Tocca a loro tenere a bada la fuga degli undici di testa. Tocca a loro tenere intorno ai 7 minuti l’azione dei battistrada. L’Astana non esita a prendere in mano le operazioni, affidandosi alle gambe di questi due fenomenali passisti. Fabio fa qualcosa di più. Molto di più. Che bravo.
Andrii PONOMAR. 7. In fuga già alla terza tappa, ci va anche oggi. L’ucraino è il più giovane corridore del Giro d’Italia, con i suoi 19 anni da compiere il 5 settembre prossimo. Vive proprio nella zona di San Colombano Belmonte dove anche Egan Bernal, ai tempi dell’Androni Giocattoli, aveva vissuto, sempre sotto l’occhio attento di un direttore sportivo attento e scrupoloso come Giovanni Ellena. In comune hanno anche l’agente, il biellese Giuseppe Acquadro.
Vincenzo ALBANESE. 7. Il campano di Toscana della Eolo Kometa va in fuga con Lorenzo Fortunato, due ragazzi sui taccuini di molti team di World Tour. Con loro Jan Tratnik (Bahrain Vitcorius), Remy Rochas (Cofidis), George Bennet ed Edoardo Affini (Jumbo Visma), Nelson Oliveira (Team Movistar), Bauke Mollema e Jacopo Mosca (Trek Segafredo), oltre ad Alessandro Covi (Uae team Emirates). Questo gruppo fa la corsa, e che corsa.
Andrea VENDRAME. 23. Il vincitore della tappa di Bagno di Romagna oggi rallenta per salutare i suoi tifosi a bordo strada. Il portacolori dell'Ag2r Citröen è originario di queste zone. A proposito, il nostro Joker (il nomignolo è stato dato da tuttoBICI nel febbraio del 2020, con copertina acconcia a lui dedicata) ha rinnovato con il team transalpino prolungando fino al 2023. Tra i sogni che ha il veneto di stanza ad Andorra c’è l’Amstel Gold Race.
Dylan GRONEWEGEN. 12. Come le tappe corse dal velocista olandese prima di abbandonare assieme al connazionale compagno di squadra Dekker. Si ferma anche il protagonista del Giro dello scorso ottobre, Hindley della DSM, per problemi al soprassella.
Bruno RONCHETTI. 80. Lui che per una vita ha raccontato corse e ha esaltato chi tagliava il traguardo per primo, sia come collega della carta stampata (Gazzetta di Modena), ma anche e soprattutto come voce del ciclismo, sia in corse “minori” che al Giro d’Italia. Oggi Bruno da Nonantola taglia il suo traguardo volante, quello posto al km 80. Cosa gli posso e gli possiamo dire? Ottanta voglia di vederti per un brindisi dopo questo lungo periodo di forzata lontananza, fatto di distanziamento e mascherine e gel igienizzante. Ora c’è bisogno di un bel brindisi con un buon Lambrusco e magari qualche gnocco fritto e tigella. Nell’attesa, auguri!