Mauro SCHMID. 10. L’ennesimo svizzero, l’ennesimo ragazzino di soli 21 anni che coglie il primo sigillo in questo Giro e lo fa con grande lucidità e attenzione. È una Svizzera che cresce, con puntualità.
Alessandro COVI. 9. Sente il profumo della vittoria, ma non si deve rimproverare nulla. Fa tutto molto bene, entrando nella fuga e arrivando a giocarsi una tappa tosta con un tipetto niente male. Ma anche lui lo è.
Enrico BATTAGLIN. 7,5. A 9 dall’arrivo scivola con Francesco Gavazzi e Roger Kluge – compagni di prima mattina nella fuga di undici - e per loro evaporano anche le speranze di gloria. Per il veneto non deve essere una giornata da dimenticare, ma da conservare nel cuore: da oggi la musica cambia.
Francesco GAVAZZI. 7,5. Il “nonno” della Eolo, come scritto, viene rallentato da uno scivolone. Ci sta, ma la sua tappa è chiaramente da applausi.
Egan BERNAL. 9. Si salvi chi può. Quando accelera fa male. Quando decide di muoversi non è mai a caso. Quando chiama la sua squadra spaziale sono dolori. Adesso forse non ha ancora un margine per dormire sonni tranquilli, ma in ogni caso è quello che questa notte può riposare meglio. Sogni rosa.
Filippo GANNA. 7,5. Lavora come ci si aspettava che lavorasse. Non si risparmia, come ci si aspetta regolarmente da lui. Insomma, lui ormai è una garanzia, come un bonifico fatto direttamente dalla Banca d’Italia.
Gianni MOSCON. 7,5. Ganna il picconatore, lui il rifinitore. Sono pazzeschi.
Aleksandr VLASOV. 8. Alla fine è sempre lì, e lì con lui in ammiraglia ha gente come Bruno Cenghialta e Beppe Martinelli, che non è un aspetto secondario. Bernal imbattibile? Io so che a “Martino” perdere non piace neanche un po’. E il Bruno? Mi chiederete… Anche.
Damiano CARUSO. 9. Per me la sua corsa isolata e di sacrificio è pari a quella di Bernal. È l’Italia che esiste e resiste. È una bella Italia.
Emanuel BUCHMANN. 8. Non è facile per uno come lui venuto al Giro con ambizioni di successo trovarsi là dietro, ma oggi ha il grande merito di trovare il tempo e i modi per cominciare la risalita.
Simon YATES. 7. Non sta bene? Uno che non sta bene non sta lì. E lui sornione come pochi e braccino come nessuno, salva anche oggi la gamba.
Tobias FOSS. 7. Signori, si sale: lui prende il trenino giusto e arriva con i migliori.
Hugh CARTHY. 6,5. La sua squadra, la EF, fa un lavoro pazzesco (8,5), alla fine però, arriva un pochino in riserva. Ci sta.
Giulio CICCONE. 5,5. Fino al passo di Lume Spento era stato bravissimo, come del resto Nibali (6,5) che l’aveva portato a spasso e protetto alla grande. Poi improvvisamente, si spegne. Peccato.
Marc SOLER. 5. Tra i più attivi e pimpanti sullo sterrato, poi arriva tutto in un colpo il conto.
Remco EVENEPOEL. 5. Soffre troppo, dopo essersi offerto forse un po’ troppo in questi primi dieci giorni. Sullo sterrato, il bimbo belga finisce nella polvere.
Romain BARDET. 5. Non l’avevamo visto male, ma oggi non lo vediamo.
Davide FORMOLO. 4. Roccia friabile, che si sbriciola sul terriccio di Siena.
Dan MARTIN. 4. È tra i primi a perdere contatto sulle strade bianche, in una giornata nera.
Alessandro DE MARCHI. 35. È probabile che pensasse ad una giornata diversa, per sé e per il suo capitano. Ma in ogni caso, comunque sia andata la giornata, questa sera un brindisi io lo farei. Tanti auguri campione.