Victor LAFAY. 10. Ce la fa, ce la fa, ce la fa. Ce l’ha fatta Victor Lafay che si pronuncia lafé! Il 25enne lionese diretto da Roberto Damiani coglie il suo primo successo da pro al Giro al termine di una gara bellissima, nella quale non sbaglia assolutamente nulla. Una progressione al momento giusto per riprendere il povero Carboni che vede le streghe, mentre il ragazzo della Cofidis è una fata. Victor Lafé Olé!
Francesco GAVAZZI. 9. Il 36enne valtellinese della Eolo sfiora il colpaccio con una condotta di gara intelligente. Unico rammarico, forse, con il senno di poi, ritarda di qualche metro la sua progressione finale. Se si fosse solo mosso un attimo prima… Una cosa è certa, il vecchietto fa una gran gara. E’ quanto basta.
Nikias ARNDT. 8. Il 29enne tedesco del Team DSM recupera nel finale tutto quello che c’è da recuperare e si porta in albergo un buonissimo terzo posto.
Nelson OLIVEIRA. 7. Era quello messo meglio in classifica generale, e disputa una gara sontuosa. Via di prima mattina per dare un senso a tutta la sua giornata.
Giovanni CARBONI. 7,5. Il 25enne corridore della Bardiani CSF Faizané è bravissimo a entrare in una fuga che non era facile da prendere. Nel finale, forse, si fa prendere la mano e insegue un Campenaerts che probabilmente lo induce ad anticipare troppo l’azione. In ogni caso un ottimo quinto posto e una giornata di gloria più che meritata, per lui e per tutta la sua squadra.
Victor CAMPENAERTS. 7. Tappa pazzesca per il 29enne belga della Qhubeka Assos: tutta all’attacco. Sempre pancia a terra. Convinto come pochi. Dà l’idea di aver affrontato la tappa come una lunga e interminabile cronometro. Alla fine i conti non tornano ma è puntuale.
Alexis GOUGEARD. 7. Il 28enne transalpino della Ag2r Citroen entra nella fuga di giornata e non è una cosa così scontata. Ci sono voluti sessanta chilometri prima che l’azione dei 9 prendesse forma e andasse via. Con Gavazzi e Carboni e Alexis, Nelson Oliveira (Movistar), Victor Lafay (Cofidis), Kobe Goossens (Lotto Soudal), Niklas Arndt (Team DSM), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Victor Campenaerts (Qhubeka-Assos). Nelson Oliveira era il fuggitivo con la miglior posizione in classifica generale: 37esimo a 15'09'' dalla maglia rosa. Per il transalpino della Ag2r alla fine c’è un buon 8° posto.
Caleb EWAN. 4. Pronti via e lui va a casa. Si stacca all’inizio di tappa (km 35), molto prima dell’attraversamento della galleria nella quale si registra una caduta. Era il velocista più in palla di tutti, tanto veloce da vincere due tappe (si ritira con la maglia ciclamino sulle spalle), troppo veloce anche per tornarsene a casa. Tre Giri d’Italia, tre ritiri. Il suo obiettivo è vincere nello stesso anno in tutti e tre i Grandi Giri: il suo abbandono sa più di fuga che di abbandono e non è bello.
Stefano RIZZATO. 8. Bravo è bravo e non devo di certo rimarcarlo io, ma l’8 se lo merita tutto per la pazienza dimostrata ieri pomeriggio quando cerca, inutilmente, di far comprendere l’esatta pronuncia del nome di Attila Valter. La maglia rosa serafica come poche lo scandisce con calma A-T-T-I-L-A. Niente, chi è deputato a tradurre quello che già si capisce ripete ostinatamente Ottila. L’inviato Rizzato mantiene il self-control e con assoluta signorilità lascia correre. Volete dire Otilla al posto di Attila? Fate come volete. Eccezzziunale... veramente.
Francesco PANCANI. 8. La prima voce del Giro sull’orlo di una crisi di nervi fa la cosa giusta al momento gusto. Dopo tutte le segnalazioni pubbliche e private, per posta e uazzap, prende il toro per le corna e decide. Otilla Valter, o Attila Uolter, noi da questo momento lo chiamiamo semplicemente Attila Valter, come è scritto. Punto. Applausi. Cala il sipario.
Alessandra DE STEFANO. 8. Sancisce la fine delle polemiche: si dice A-T-T-I-L-A, poi, intervistando il diesse della Groupama Fdj Philippe Mauduit scopre che in squadra la maglia rosa viene chiamato simpaticamente “AT”. Vada per AT con l’accento sulla ì!
Luca GREGORIO e Riccardo MAGRINI. 8. Da remoto hanno sempre la situazione sotto controllo. Dagli studi di Milano, ti portano per mano in giro per l’Italia, parlando di tutto e di tutti, con garbo e leggerezza, competenza e passione. Oggi, poi, ricordano l’ultima maglia nera della storia, Bruno Zanoni, che in queste settimane è alle prese con una sfida personale piuttosto bastarda con assoluta tenacia e altrettanta determinazione. Bravi come sempre a raccontare tutto e a ricordare tutti.
Mario CIPOLLINI. 10. Voto sulla fiducia e la stima, per la storia e la personalità. Mi piacerebbe vedere lui in mezzo al gruppo a gestire gabbe e mantelline, carte e cartine, borracce in green-zone e borracce da gettare in piena corsa e al volo nella cesta. Mi piacerebbe vedere in gruppo SuperMario o Marco Pantani, Saronni o Moser in questo ciclismo. Scommettiamo che avrebbero già trovato una soluzione?