Tim MERLIER. 10. Volata lunghissima, interminabile, incontenibile e irraggiungibile quella di Tim, che è in linea con la storia. Qui a Novara la prima vittoria al Giro di un certo Eddy Merckx, qui un corridore belga torna a vincere uno sprint al Giro undici anni dopo Wouter Weylandt, nel decennale della sua scomparsa. Quarta vittoria in questa stagione per Tim, la prima sulle strade del Giro fatte di corsi e ricorsi storici, ma anche gesti. Le sue due V a fare la W di Weylandt vale la vittoria.
Giacomo NIZZOLO. 8. Sta bene e si vede. È sereno, leggero, disinvolto, nella volata finale anche lesto e tenace, ma contro Tim, oggi, c’era davvero poco da fare. Per il casco tricolore con tanto di autocertificazione firmata è invece da 10. Che sia arrivato secondo perché temeva i controlli con l’autovelox?
Elia VIVIANI. 7,5. Resta chiuso da Molano che oggi ne fa più di Bertoldo: rallenta e il veronese si trova contro le transenne ed è costretto a rallentare e ripartire. Insomma, già che c’erano potevano aggrapparsi alla sua maglia e rifilargli anche due testate e il gioco era fatto. Anzi, per la calma mantenuta e il terzo posto rimediato è da 10.
Dylan GROENEWEGEN. 5,5. Arriva lì, in zona sua, quella da sparo, ma gli manca qualcosa.
Peter SAGAN. 6. Il tricampione del mondo fa il suo. Sa che contro i velocisti puri c’è poco da fare, ma lui si dà da fare.
Matteo MOSCHETTI. 6. Pilotato molto bene dai ragazzi della Trek e da Jacopo Mosca, fa vedere di avere le gambe per poter ottenere qualcosa di importante. Avanti così!
Davide CIMOLAI. 6. Fa tutto da solo e ottiene un piazzamento nella top ten che non è da buttare via
Caleb EWAN. 4. Dall’alto delle sue tre vittorie al Giro era dato dagli scommettitori a 2,75 (Tim Merlier a 4,50, Dylan Groenewegen a 5, Peter Sagan a 9, Fernando Gaviria a 11, Elia Viviani a 14,50 e Giacomo Nizzolo a 15, per la cronaca). Insomma, frana miseramente. È vero che è un velocista mignon, quasi tascabile, ma qualcuno l’ha visto?
Juan Sebastian MOLANO. 2. Dovrà poi spiegarlo questa sera a Fernando Gaviria, che era messo più che bene, cosa gli è passato per la mente. Fa ciò che nessun velocista deve fare e alla fine gli va anche bene. Nel ciclismo che ricorda, lui di scorda di tutti. Soprattutto di lui: di Gaviria.
Filippo GANNA. 8. Si porta a casa 3” di abbuono su Evenepoel (2”) e Gianni Moscon (1”). Pippo sappiamo che ama giocare con il Lego e sa perfettamente che ogni cosa va fatta con calma e pazienza, mattoncino dopo mattoncino.
Umberto MARENGO. 8. Il torinese di Giaveno scalpita, e con lui tutta la Bardiani CSF Faizane' che si piazza fin sulla linea di partenza dietro all’ammiraglia del direttore di corsa Stefano Allocchio. È chiara l’intenzione del team diretto da Roberto Reverberi e Mirko Rossato. Generare la fuga. E l’operazione riesce. Con Marengo escono Filippo Tagliani (Androni Giocattoli Sidermec) il primo a partire ieri e velocissimo anche oggi, oltre a Vincenzo Albanese (Eolo Kometa), il ragazzo diretto da Stefano Zanatta. È loro la prima fuga di questo Giro 104. Non fermatevi!
Vincenzo ALBANESE. 8. Azzurro su azzurro per il 24enne siciliano di Toscana che copre la maglia azzurra Eolo, con la prima maglia azzurra degli scalatori targata Mediolanum. I colori dell’azienda di telecomunicazioni e Internet Service Provider di Luca Spada non mutano, gli obiettivi nemmeno. Avanti a tutta: sempre
Wouter WEYLANDT. 10. Come vola il tempo in questo Giro che è partito velocissimo, con uomini “bolide” e corridori “jet”. Dieci anni fa, il 9 maggio. Uno dei giorni più tristi della storia del Giro. Dieci anni fa ci lasciava Wouter Weylandt, un ragazzo belga che non abbiamo mai conosciuto abbastanza e mai abbastanza evocato. Luca Guercilena, l’ha ricordato con parole semplici e cariche di affetto: "Think less, Live more". Ciao Wouter». Noi nel giorno del ricordo, in un ciclismo che ha il pregio di non dimenticare, vogliamo ricordare Wouter e anche un amico che proprio oggi, sette anni fa, ci lasciava: Marzio GAZZETTA. Aveva solo 64 anni e rimase vittima di un tragico incidente sulla strada Riano, nel Langhiranese. Un camioncino lo travolse mentre stava portando a spasso il cane, in località Case Schianchi dove da un anno viveva. Per noi era “il gigante”. A Wouter che pedalava leggero e a Marzio che “faceva girare il giradischi” come nessuno, il mio ricordo più sincero e carico di rimpianto.