Sacha Modolo è senza ombra di dubbio uno dei corridori più tormentati del gruppo. Dopo i guai allo stomaco, il lockdown e la rottura di una costola, negli ultimi mesi il corridore trevigiano della Alpecin-Fenix è stato alle prese con l’ennesimo malanno, un dolore al ginocchio causato dalla cartilagine consumata che si è poi trasformato in borsite alla bandelletta ileotibiale. Il risultato è che negli ultimi tre anni ha gareggiato col contagocce e la partecipazione al Giro d’Italia 2021 è compromessa.
«Negli ultimi giorni mi sono sentito meglio, ma non canto vittoria, perché anche prima del Giro di Turchia mi sembrava di essere in miglioramento e poi invece è stata riscontrata questa borsite alla bandelletta ileotibiale, che è un tendine continuamente sollecitato, soprattutto in bici, e non è facile da curare. Sabato sono riuscito a fare 5 ore di allenamento, che non mi riuscivano da dicembre, quindi spero che il peggio sia alle spalle» spiega Modolo tra il deluso e il rassegnato.
Dal punto di vista mentale è stata un’ennesima mazzata per un corridore che ha ancora voglia di dimostrare quel che sa fare: «È molto snervante, non tanto per questo infortunio ma per tutta una serie di acciacchi che sto avendo ininterrottamente da quasi tre anni. È dal 2018 che inseguo la miglior forma, l'anno scorso che finalmente speravo di tornare a pieno regime son caduto e mi son rotto una costola». L’obiettivo è comunque quello di riuscire a fare la seconda parte di stagione a pieno regime, per dimostrare quel che vale e guadagnarsi un nuovo contratto in vista del 2022: «Non voglio lasciare così, voglio ritirarmi degnamente e questo mi dà motivazione per continuare – assicura il 34enne di San Vendemiano -. Non sono mai stato un fuoriclasse, ma qualche bella corsa l'ho vinta e, anche se ormai in tanti non si ricordano più di me, avrei piacere a chiudere con qualche bella prestazione».
Il 2021, per fortuna, è ancora lungo. Modolo fa gli scongiuri che i fastidi al ginocchio siano effettivamente passati, visto che finché non si è in gara è difficile capirlo, e conta di riattaccarsi il dorsale il prima possibile: «Se riuscissi mi piacerebbe tornare alle gare tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, anche se ancora non so dove. La squadra mi appoggia, siamo costantemente in contatto; è veramente un peccato che in due anni non sia mai riuscito veramente a dimostrare loro quel che valgo. Spero che questa seconda parte di stagione sia finalmente soddisfacente. Non mi pongo nessun obiettivo, mi basta correre, qualunque gara sia. Se proprio dovessi sperare, mi piacerebbe correre la Vuelta a España che è una bella vetrina, e magari rientrare nel giro della nazionale, visto che c'è un mondiale affascinante e se stessi bene mi piacerebbe dare una mano».
In Turchia è si è ritrovato il 36enne Mark Cavendish, col quale Modolo ha spesso battagliato in passato, motivo in più per sperare di tornare ad alti livelli: «Lui però è Cavendish, faceva più strano non vederlo davanti che vederlo vincere adesso. Però non credo sia troppo tardi per tornare ad andare forte, i preparatori mi han sempre detto che fisicamente sono "giovane". In questi ultimi tre anni ho corso e mi sono allenato poco, quindi spero di aver risparmiato le energie per un anno in più di carriera».
Intanto al Giro d’Italia la Alpecin-Fenix si presenterà con una formazione agguerrita e Modolo assicura che si faranno vedere spesso nelle prime posizioni del gruppo: «Hanno tanta voglia, daranno spettacolo, sono tutti al primo Grande Giro tranne Vervaeke – spiega -. Tim Merlier potrà fare molto bene, ha un motore non indifferente. È una squadra che non ha nulla di invidiare ai team WorldTour, non a caso è quinta nel WolrdRanking, davanti a tanti team di massima categoria».
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