Tadej POGACAR. 10 e lode. Non gli fanno correre la Freccia per una falsa positività in squadra che grida ancora vendetta, ma lui – la vendetta – la serve sul calar della sera nel cuore di Liegi. Coglie l’attimo quando c’è da restare con i migliori sull’ultima cote di giornata, la Roche aux Faucons, a 13 chilometri all’arrivo, poi battezza la ruota del campione del mondo e lo trafigge con chirurgica precisione. Un trionfo personale, ma anche di squadra. Oggi la Uae Emirates, sorretta da un ottimo Davide Formolo e da un più che in crescendo Hirschi dimostra di non avere un uomo solo al comando, ma di sapere anche comandare le corse con una squadra attrezzata per farlo. Se poi hai anche il bomber che non sbaglia mai…
Julian ALAPHILIPPE. 8. LouLou fa una corsa semplicemente folle e allo stesso tempo sublime. Ad un certo punto sembra sul punto di saltare per aria e finire alla deriva, poi dà l’impressione di poter vincere anche con una certa facilità. Alla fine perde, perché al proprio fianco gli sbuca un ragazzino sloveno di assoluto talento che è un concentrato di classe allo stato puro. LouLou perde, ma in ogni caso è sempre lì. Con la nobiltà del ciclismo.
David GAUDU. 8,5. Il 24enne talento francese fa probabilmente il massimo. Sale in carrozza con quei quattro fantastici compagni di avventura e ottiene un bellissimo podio. Non è un caso che pianga lacrime di gioia. Un podio alla Liegi si può raccontare per anni.
Alejandro VALVERDE. 9. A 41 anni suonati, mentre tanti suoi coetanei portano a spasso il cane, lui si toglie lo sfizio di arrivare quarto in una Liegi animata da ragazzini. Encantado!
Michael WOODS. 8. Anche il 34enne canadese ottiene il massimo in una fuga a cinque che si conclude con una volata. Non può davvero rimproverarsi nulla.
Marc HIRSCHI. 8. Completa la giornata magica della Uae Emirates, con un sesto posto di assoluta sostanza: e meno male che ha qualche problemino all’anca…
Tiesj BENOOT. 6. Il 27enne belga del Team Dsm si conferma atleta di livello, che nelle classiche si esalta: ormai è un classico.
Bauke MOLLEMA. 6. È una garanzia: lui alla fine un piazzamento lo trova sempre.
Maximilian SCHACHMANN. 5. Era dato tra i grandi favoriti di giornata, ma per lui è una corsa sempre a rincorrere.
Matej MOHORIC. 6. Si sveglia forse un po’ tardi, ma il finale è sicuramente di livello.
Jakob FUGLSANG. 5. Non sta attraversando un grandissimo momento di forma, e si vede…
Primoz ROGLIC. 5. Accetta la sconfitta con il sorriso sulle labbra e la battuta pronta, scrollandosi di dosso la patina di corridore poco simpatico. Di certo oggi la Liegi la perde molto prima del traguardo, quando quei cinque gli vanno via e lui perde irrimediabilmente il treno.
Tao GEOGHEGAN HART. 7. Lui e la sua Ineos dalla Redoute in avanti fanno un grandissimo lavoro. Apparecchiano la tavola per l’uomo di giornata. Grandissimo lavoro di Tao e Kwiatkowski (voto 6), un po’ sotto le attese Adam Yates (voto 5) non particolarmente brillante.
Richard CARAPAZ. 5. È una buona azione, la sua. Che dovrebbe essere il preludio di qualcosa di più bello e buono da parte di Adam Yates, che non ci sarà. L’ecuadoriano arriva ad accumulare una ventina di secondi di vantaggio, ma poi viene risucchiato dal gruppetto di Alaphilippe e punito alla fine dalla giuria per posizione non conforme al regolamento. Quella di Froome, per intenderci, seduto sulla canna: “super tuck”. Grave.
Greg VAN AVERMAET. 4. Il campione olimpico di Rio prova ad allungare a 71 chilometri dal traguardo, poi la sua azione si accorcia, tanto da scomparire.
Lorenzo ROTA. 8. Il 25enne bergamasco della Intermarché Wanty entra fin dal mattino nella fuga di giornata con il compagno di squadra Loïc Vliegen. Con loro anche Laurens Huys e Mathijs Paasschens della Bingoal Pauwels Sauces WB, Sergei Chernetski della Gazprom–RusVelo, Tomasz Marczyński della Lotto Soudal e Aaron Van Poucke della Sport Vlaanderen–Baloise. Azione importante, che dura e resiste, fin sulla Redoute. Il nostro atleta resiste in avanscoperta per oltre 230 chilometri con Huys, Vliegen e Marczynski, la sua prova è assolutamente da applausi.
Matteo FABBRO. 17. Fermato da una foratura, poi da un guasto meccanico, insomma avrebbe tutte le ragioni per gridare al cielo la propria rabbia.
Immagini TELEVISIVE. 4. La corsa della birra è chiaramente l’Amstel, ma anche in Belgio in materia non sono secondi a nessuno. Quindi, il sospetto c’è: che in regìa qualche birra di troppo è chiaramente girata. Più scatti nelle inquadrature che in corsa. Con il rischio di patire il mal di mare. Poi grazie a quei cinque là davanti la situazione è un po’ migliorata, ma al regista il palloncino sarebbe in ogni caso da fare.