Wout Van AERT. 10. Avrebbe tutto il diritto di dire “sono un po’ stanchino”, ma pedala da mesi come un ossesso, portando a casa vittorie e piazzamenti in ogni dove. Poche storie, questo è un fenomeno. Forte a crono, forte in salita, veloce allo sprint, resistente e affidabile nelle corse a tappe: ma che volete di più? Certo, è belga. Ma che corridore! Dimenticavo: con quella di oggi 14° gara stagionale: 4 vittorie, 3 secondi (con quello nella generale alla Tirreno), 3 terzi, 1 quarto, 1 sesto (Fiandre), 1 nono, un 11° e un 13°. Bravo, no?
Thomas PIDCOCK. 10. Che personalità e che talento! Il piccolo Tom ha soli 21 anni, ed è l’ennesimo ragazzo di una nidiata spaventosa che va ad arricchire la già nutrita “generazione di fenomeni” di cui nessuno dei nostri fa parte. Il bimbo della Ineos ha talento da vendere e nonostante i suoi 165 centimetri di classe pura, a me sembra già un gigante.
Maximilian SCHACHMANN. 9. Il tedesco della Bora è anche costretto nel finale a rincorrere, visto che rimane coinvolto in una caduta, poi però si fa inseguire e ottiene un bellissimo terzo posto. Certo, con una condizione così, oggi un po’ di amaro in bocca resta. Per come è andato, un terzo posto è un po’ strettino.
Michael MATTHEWS. 6. L’australiano non è chiaramente in possesso di una condizione super e fa quello che può (Esteban Chaves monumentale, voto 7): vince la volata degli inseguitori. Fa tanto, con il minimo sforzo. Si fa per dire…
Alejandro VALVERDE. 7. Ad un certo punto prende su e, da solo, rientra sul gruppetto di testa. La classe non ha età.
Julian ALAPHILIPPE. 5. Il campione del mondo resta aggrappato alla corsa con i denti e la classe che lo contraddistingue, ma è chiaramente poco brillante. Poco LouLou.
Bauke MOLLEMA. 17. Sul più bello, quando è lì a giocarsela, viene tagliato fuori da una foratura.
Michał KWIATKOWSKI. 8. Il voto è a tutta la Ineos, che nel finale ne piazza lì tre, con Carapaz e Pidcock. Esemplari.
Mauri VANSEVENANT. 9. Altro 21enne, anche lui di casa Lefevere, che in bicicletta ci sa fare. Non bellissimo da vedere, ma faticatore come pochi. Oggi fa di tutto e di più: cade insegue e rientra, fora insegue e rientra, difende e tira. Prezioso.
Primoz ROGLIC. 6,5. Sul Cauberg, ultimo passaggio, fa il suo. Poi lascia fare a Wout.
Kristian SBARAGLI. 7,5. Il 30enne corridore della Alpecin Fenix ottiene un più che lusinghiero 7° posto: primo degli italiani. Non male.
Sonny COLBRELLI. 5,5. Ci prova, nel finale, entrando in una buonissima fuga a sei con Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Florian Sènèchal (Deceuninck-Quick Step), Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Simon Clarke (Team Quebeka-Assos). Poi però rientra come i suoi soci nei ranghi.
Greg VAN AVERMAET. 4. Gioca a nascondersi e poi si perde.
Matteo TRENTIN. 5. Mai davvero nel vivo della corsa, chiude in 12° posizione: secondo degli italiani.
Jakob FUGLSANG. 5. Penserà alle Ardenne?
Edward THEUNS. 7. Il 29enne belga 8° alla Roubaix 2017, prende e va con il compagno di squadra Julien Bernard (Trek - Segafredo). Con loro, in questa fuga di giornata che ha condizionato gran parte della corsa, Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Sébastien Grignard (Lotto Soudal), Maurits Lammertink e Loïc Vliegen (Intermarché - Wanty - Gobert Matériaux), Chad Haga (Team DSM), Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates), Kenny Molly (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Anders Skaarseth (Uno-X Pro Cycling Team).
AMSTEL Gold Race. 6. E meno male che è la corsa della birra: gassosa e schiumosa, effervescente e spumosa, ma oggi la classica olandese ci ha fatto l’effetto della camomilla. La classica dei Paesi Bassi ha davvero pochi momenti alti, se non negli ultimi 30 km. Chiamatela Amstel Ronf Race: sogni d’oro.