Un metro e mezzo è l’altezza di una bici, la larghezza di un carrello, la profondità di un armadio. Un metro e mezzo è l’ampiezza di un abbraccio, la separazione da un bacio, la diffidenza per uno sconosciuto. Un metro e mezzo è da qui a lì, da lì a là, da lì per lì. Un metro e mezzo è la distanza che separa i banchi di due studenti o che avvicina i letti di due fratelli, il divario fra un salto in lungo e in alto, la differenza fra la vita e la morte.
Un metro e mezzo è la sicurezza. La distanza minima che una macchina, e ancora di più un camion o un autobus, deve osservare, rispettare, tenere quando supera una bicicletta. Un metro e mezzo per stare alla larga, senza sfiorare, senza sfregare, senza strisciare, senza colpire, senza intimorire o terrorizzare, senza assassinare. Un metro e mezzo per respirare. Un metro e mezzo per continuare a vivere.
Bisogna ricominciare da questo metro e mezzo. E sabato sarà il giorno del metro e mezzo. Dalle 17.30, su Facebook, in una diretta aperta a tutti, tre ambasciatori del metro e mezzo – Paola Gianotti, Maurizio Fondriest e Marco Cavorso per l’associazione “Io rispetto il ciclista” – spiegheranno, racconteranno, illustreranno la lotta per il metro e mezzo che è la differenza fra la vita e la morte. Ci saranno, fra gli altri, anche Matteo Trentin, Vittoria Bussi, Daniele Bennati, Alessandro Ballan, Giovanni Visconti, Alessandra De Stefano, Manuel Quinziato, Luca De Aliprandini, Alberto Bettiol, Silvio Fauner, Alessandra Cappellotto, Cristian Salvato, Paolo Alberati.
“La nostra squadra è pronta a vincere unita la gara per il rispetto della vita dei ciclisti urbani e sportivi nelle strade italiane. Il traguardo comune è fissato, dopo Sicilia, Piemonte e Toscana, anche le strade delle altre regioni italiane avranno i loro cartelli #salvaciclisti, una campagna di informazione e sicurezza che abbiamo lanciato due anni fa. Campioni olimpici, mondiali, europei, italiani, rappresentanti del mondo della MotoGP, del giornalismo, della narrativa e dello spettacolo sono entrati nella squadra dell’associazione ‘Io rispetto il ciclista’ per aiutarci a raggiungere questo importante obbiettivo. Abbiamo già contattato tutti i settemila comuni italiani che non li hanno ancora installati”.
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