È il Grande Fratello, zio. È l’occhio persistente e insistente che non si stacca mai dal gruppo. Il ciclismo è guardato a vista, altro che moviola, fotofinish o Var: il ciclismo vive una nuova era, nel segno della sicurezza e dell’ambientalismo, ma anche della tivù h24. Oggi chi corre deve essere pulito, non solo perché non deve chiaramente ricorrere a sostanze dopanti, ma perché deve sapersi comportare come nemmeno in cittadino in piazza Duomo: guai gettare carte per terra, guai buttare borracce, e già che ci sono vediamo di pedalare con posture adeguate (questo, giustissimo!).
Dal 1° aprile sono in vigore regole restringenti e durissime, le cui conseguenze si sono viste chiaramente domenica al Giro delle Fiandre (a proposito, ricordiamolo: vittoria del danese Kasper Asgreen, davanti a Mathieu Van der Poel e Greg Van Avermaet, ndr). Postura in sella corretta, quindi le mani sul manubrio e il posteriore sulla sella. Stesso discorso per lo smaltimento dei rifiuti, che devono avvenire solo nelle “green zone”: chi trasgredisce, a casa!
Questo è quanto accaduto proprio domenica alla “Ronde”. Il malcapitato, ormai lo sappiamo bene, lo svizzero Michael Schär, che in pratica da solo, ha avuto la malaugurata idea di gettare il proprio “bidon” a dei tifosi a bordo strada. La giuria, grazie al Grande Fratello, cioè alla televisione che queste corse di prima grandezza ormai le trasmette integralmente, ha visto, preso nota e provveduto a mandare immediatamente sotto la doccia lo svizzero.
È il Grande Fratello, zio. È il nuovo modo di vivere il ciclismo, seguirlo e vederlo: dall’inizio alla fine. Non come negli Anni Settanta/Ottanta, dove la battaglia in corsa cominciava solo alla vista dell’elicottero della Rai che si levava in cielo per irradiare nelle case l’ultima ora e mezza di corsa. Ai nostri tempi ai nostri tempi… E si, come no. Oggi le corse Monumento (Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi, e Liegi, ndr), così come i Grandi Giri, vanno in diretta integrale. Oggi i ragazzi non hanno via di scampo: sono attenzionati dall’inizio alla fine. Al Fiandre di domenica il belga Otto Vergaerde è stato beccato a mollare spallate al kazako Yevgeniy Fedorov, il quale ha avuto il torto di reagire: sbattuti fuori corsa entrambi. E il nostro povero Matteo Trentin? Fermato sul più bello dall’ennesima foratura (in questo inizio di stagione è stato letteralmente bersagliato da episodi non propriamente fortunati), è stato ripreso dalla tivù in mondovisione mentre cambiava la ruota e tirava giù improperi all’indirizzo di Nostro Signore nel dì di Pasqua. Per lui ammenda e pronte scuse da parte di Matteo.
È il Grande Fratello, zio. Che ha mandato a casa nel Fiandre femminile anche la nostra Letizia Borghesi, sempre per lancio di borraccia fuori dalla “green zone”, con un’ammenda superiore a quanto avrebbe guadagnato in caso di vittoria. Siamo alla follia, zio! Ma così non va, non può andare, mi sono permesso di scriverlo immediatamente nelle mie pagelle domenica scorsa: va bene il decoro, va bene una certa attenzione ambientalista, va benissimo ogni cosa in favore della sicurezza, ma chi giudica, chi arbitra deve anche usare il buon senso e capire le situazioni. Schär ha fatto una cosa che è nella tradizione del ciclismo: la borraccia ai tifosi, ai bimbi. Un’azione di marketing (le aziende con il cappellino investono anche in questo), un gesto di condivisione iconica che non va cancellato, ma regolamentato, magari con un’ammonizione o un’ammenda congrua, ma certamente no con un immediato cartellino rosso. Un conto è gettarla se si è in sicurezza dove ci sono tifosi; un altro è buttarla in gruppo o nel prato. Ricordo a tutti che l’Uci sta massacrando corridori e team, ma in materia di sicurezza non mi risulta che abbia ancora fatto nulla per le transenne svirgolate e non a norma del Giro di Polonia.
È il Grande Fratello, zio. Un ciclismo che ha l’occhio lungo, scruta e prende nota. Da sempre, nel ciclismo lo scopo primo è andare in fuga con l’obiettivo di non essere ripresi. Oggi diventa fondamentale anche non essere visti.