Michael Schär è stato squalificato ieri durante il Giro delle Fiandre per aver gettato la borraccia verso i tifosi in un tratto in cui era probito farlo, in base al nuovo regolamento dell'Uci. Lo svizzero della AG2R Citröen ha scritto quest'oggi una lettera aperta all'Uci spiegando, con incredibiel leggerezza ed estrema efficacia, le sue ragioni. Vi proponiamo il suo intervento.
Lo ricordo come se fosse ieri. I miei genitori hanno accompagnato me e mia sorella a vedere il Tour de France del 1997 nel Giura. Siamo andati sul percorso e abbiamo aspettato lì per ore in mezzo alla folla. Finalmente è arrivata la carovana pubblicitaria e abbiamo preso tutti dei dolcetti.
Più tardi sono arrivate le prime moto della polizia e l'elicottero sembrava sospeso su di noi. Proprio questa atmosfera elettrizzante del gruppo che si avvicinava a noi stava cambiando per sempre la mia vita. Sono rimasto impressionato dalla velocità e dalla facilità con cui i ciclisti potevano guidare le loro biciclette. Non volevo nient'altro nella mia vita che diventare io stesso un ciclista professionista. Da questo momento in poi ho seguito solo questo sogno.
Oltre a questa “folgorazione”, quel giorno ho ricevuto una borraccia da un professionista. Questo piccolo pezzo di plastica ha completato la mia dipendenza dal ciclismo. A casa quella borraccia mi ricordava ogni giorno qual era il mio sogno. Ho pedalato ogni giorno con la mia borraccia gialla del Team Polti e ne ero orgoglioso. Lo sottolineo, ogni giorno.
Ora sono uno di quei professionisti che pedalao davanti a spettatori felici. Nei momenti tranquilli della gara tengo sempre la mia borraccia vuota finché non vedo dei ragazzi a bordo della strada. E allora la lancio delicatamente in modo che possano prenderla in sicurezza.
Due anni fa ho regalato una borraccia a una ragazza che era sulla strada. I suoi genitori mi hanno detto che la ragazza non solo è stata felice della borraccia quel giorno, ma ne parla ancora, ne parla sempre. E forse un giorno anche lei diventerà ciclista.
Questi sono i momenti per cui amo il nostro sport. Nessuno potrà mai portarceli via. Siamo lo sport più accessibile, l’unico che regala borracce lungo la strada. Una cosa semplice, come semplice è il ciclismo.