Oggi Antonio Nibali ci ha creduto fino alla fine e ci ha creduto anche tanto. Partito all’attacco con un drappello di altri 6 atleti nelle fasi iniziali della terza tappa della Settimana ciclistica Coppi e Bartali da Riccione a Riccione, il siciliano è arrivato a guadagnare fino a 5 minuti di vantaggio su un gruppo che lì per lì sembrava essere totalmente disinteressato al successo finale. Poteva essere la vittoria della svolta, la sua seconda in una carriera segnata da tanti attacchi ed un prezioso lavoro di gregario, ma il team Ineos, entrato in azione negli ultimi 20 km, ha infranto il suo sogno.
«Sono un po’ deluso - dice chiaramente il portacolori del team Trek Segafredo dopo l’arrivo - perché ci credevo veramente tanto, ma l’azione del team Ineos è stata decisiva: nella prima tappa hanno risparmiato le energie sfruttando il lavoro della Jumbo Visma, così nel finale hanno avuto tutte le energie necessarie per annullare il piccolo vantaggio che mi ero costruito».
In testa alla corsa si sono susseguiti scatti a non finire tra i componenti della fuga che fino ad un cero punto sembravano ad andare d’amore e d’accordo. Il primo a partire all’attacco è stato Manuel Senni nella zona di Carpegna, poi è stata la volta di Edoardo Zardini, è a quel punto che Antonio Nibali ha deciso di partire in solitaria, dando il tutto per tutto.
«Quando questa mattina io e gli altri ragazzi siamo partiti, avevamo l’idea di arrivare fino alla fine e per un momento ci abbiamo anche creduto, poi sinceramente non so cosa sia successo, è come se tutto ad un tratto non riuscissimo più a trovare un accordo. Dopo lo scatto di Senni il nostro gruppetto si è praticamente frantumato, Zardini ed io ci siamo trovati davanti e quando mi sono accorto che il gruppo stava rinvenendo ho provato un ultimo attacco, da solo».
È tanta l’amarezza per Antonio Nibali che fino alla fine ha creduto in un colpo di mano, quella di oggi è però una tappa che gli è servita per crescere, una lezione che terrà a cuore nel futuro.
«Rimango dell’idea che provarci sia fondamentale, se non si tenta non si può nemmeno vincere - prosegue Nibali -: diciamocelo, il ciclismo è come una lotteria, magari un giorno ci rimani male perché ti riprendono a 8 km dal traguardo, ma impari comunque qualcosa, una lezione fondamentale per il prossimo attacco».