Dall’Ecuador è arrivato in Spagna per il suo esordio nella stagione 2021: stiamo parlando di Richard Carapaz che oggi sarà al via della Volta a Catalunya. Carapaz è sorridente al suo arrivo in Europa, perché ad accoglierlo ci sono tanti ecuadoriani che sono venuti da più parti della Spagna per salutarlo e così il corridore della Ineos Grenadiers sui social ha spiegato di essersi sentito come a casa. La stagione per Carapaz inizia oggi, ma per lui gli impegni importanti della stagione arriveranno in giugno con il Tour de France, dove correrà per conquistare la corsa e poi l’orgoglio di portare la bandiera del suo Ecuador, per arrivare ai Giochi Olimpici di Tokyo.
Finalmente è iniziata la stagione anche per lei, si sente emozionato?
«Non vedo l'ora di correre. Mi sono allenato bene in Ecuador ed è passato molto tempo da quando ho concluso la mia ultima stagione a Madrid. Adoro andare in bicicletta, quindi non vedo l'ora di mettere di nuovo il numero sulla schiena».
La sua squadra ha esordito bene, ha seguito le corse?
«Mi sto divertendo molto dall'inizio della stagione, la squadra sta andando molto bene. In Ecuador, per il fuso orario, dobbiamo svegliarci presto per seguire i nostri compagni di squadra, ma ho avuto la possibilità di vedere alcune prestazioni incredibili come quelle di Sosa, Ganna ed Egan in Francia e in Italia. Spero di poter contribuire presto anch'io».
Questa sarà la sua prima volta in cui il Tour de France sarà il suo obiettivo principale: si è preparato in modo diverso per questa stagione?
«Sì, il Tour è il mio obiettivo principale ed è sempre un grande obiettivo per la squadra. Vogliamo arrivare freschi, ecco perché inizio la stagione così tardi. La mia preparazione è stata buona ma non sono al 100% perché c'è tutto il tempo prma del Tour. L'idea è quella di prendere il ritmo nelle prime gare come Catalunya e País Vasco e cercare dei buoni risultati, sapendo che alcuni corridori saranno più in forma perché hanno iniziato a correre da febbraio. Faremo del nostro meglio».
Affronterà anche le Classiche delle Ardenne questa primavera e questa per lei sarà una prima volta. Come affronterà questa nuova esperienza?
«Le ho sempre viste in televisione, ma non ho mai avuto la possibilità di gareggiare. Quindi sono entusiasta di viverle per la prima volta. Il ciclismo è la mia passione, adoro questo tipo di corse. La gente in Belgio impazzisce quando arrivano questi giorni, quindi non vedo l'ora di correrle. La Liegi-Bastogne-Liegi è una corsa Monumento molto importante e sarebbe davvero speciale per me ottenere un buon risultato. Sono più uno scalatore e un corridore da grandi giri che uno specialista delle Ardenne, ma sento di poter fare bene lì».
Lei ha trascorso molti mesi a casa in Ecuador, come si è preparato?
«Mi sento davvero a mio agio quando mi alleno nel mio Paese. Ho tutte le strutture che possono servirmi: polizia, amici che mi supportano in macchina ed ecuadoriani che mi acclamano come se stessi facendo una gara. Questo mi dà tantissima forza. Quando ho vinto il Giro d’Italia, ho fatto la mia preparazione qui, quindi penso che le cose che funzionano non dovrebbero mai essere cambiate».
Pensa che allenarsi a casa in quota possa darle un vantaggio in più per affrontare la stagione?
«Penso di sì e non solo per l'altitudine ma per la durezza generale dei miei allenamenti. Sono abituato ad allenarmi con il freddo e la pioggia, sono due fattori di difficoltà che aggiungo alla mia preparazione, sono sicuro che ripagherà in seguito».
Abbiamo visto delle immagini molto belle delle sue pedalate in alta quota in Ecuador. Le piace allenarsi con questi scenari?
«Come ho detto prima, la cosa più importante è che mi piace molto andare in bicicletta, è il mio lavoro, ma sono anche innamorato del mio Paese e poter scalare quei vulcani, che sono i più famosi dell'Ecuador, è qualcosa di incredibile. Quando sono andato su quei vulcani per me è stato uno dei migliori giorni che ho vissuto sulla bici. Mi sono divertito molto e ho sofferto un po’. Non vedo l'ora di rifarlo ma per la prossima volta devo ricordarmi di usare una gravel».
Ha passato molto tempo ad allenarsi con Jhonatan Narvaez in Ecuador, è stato utile come allenamento?
«Jhonatan è un grande amico, siamo nati vicini ma abitiamo adesso a circa due ore di distanza e non ci siamo quasi mai allenati insieme. Quest'anno ho avuto la fortuna di andare per qualche giorno a Ibarra dove vive e ci siamo allenati molto bene per alcune settimane. E lui ha pagato due cene! Abbiamo un'ottima chimica e quando è andato in Europa mi è mancato molto, ma sono molto contento di essermi allenato con lui. È un grande compagno di squadra, un grande ciclista e un grande amico».
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