Renato Di Rocco non ufficializza ma conferma. La sua candidatura alla presidenza del Coni sarà infatti formalizzata solo fra un paio di settimane, quando sarà completato il quadro dei 74 elettori (ne mancano 28 riguardanti i vertici degli Enti, degli organi periferici e le designazioni dei rappresentanti di atleti e tecnici), ma l’ex presidente della Federciclismo non si nasconde e chiarisce il suo progetto.
«La mia candidatura alla presidenza - ha spiegato Di Rocco in una intervista concessa a Franco Fava del Corriere dello Sport - nasce da un malcontento diffuso. Io rappresento la normalità nel nostro mondo e quel che ho fatto nel ciclismo è un modello per tutti: abbiamo dato 2,5 milioni alle società che hanno sofferto e soffrono per la pandemia, tagliando del 50% le quote di tesseramento, le tasse di affiliazione e quelle delle gare».
E ancora: «Abbiamo riscontrato come il disagio sia diffuso soprattutto nelle piccole federazioni e nelle periferie e il disagio si è aggravato con la decisione di bloccare l’attività degli Enti di Promozione sportiva. Di pressioni per candidarmi ne ho avute tante e ho discusso sui personaggi sui quali puntare , c’è stata convergenza sui nomi di Giancarlo Abete, Andrea Abodi, Manuela Di Centa e Giovanni Scalzo».
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