Chissà dov’è adesso. In quale circuito, in quale pista, in quale anello. Chissà dov’è adesso. In quale salita, in quale discesa, in quale curva. Chissà dov’è adesso. In quale corsa, in quale maratona, in quale triathlon. Chissà dov’è adesso. In quale viaggio, in quale gara, in quale convegno. Chissà dov’è adesso. In quale avventura, in quale lotta, in quale sogno. Chissà dov’è adesso. In quale pensiero.
Chissà dov’è adesso. Alex Zanardi starà riannodando i fili della sua testa e dei suoi muscoli, starà riattaccando i suoi sogni e i suoi pensieri, starà ricercando e riprovando un’altra vita. Non ha mollato, non è da lui rassegnarsi, arrendersi, attaccare la bici – qualunque sia – al chiodo. Non si hanno notizie, ed è giusto così. Stavolta spetta a noi andare da lui, viaggiare per lui, vivere con lui. Dopo che per cinquant’anni e più è stato lui a farci andare, viaggiare, vivere, a guidarci, condurci, accompagnarci, a indicarci strade per noi invisibili e inimmaginabili.
“Ancora” (Libreria Pienogiorno, 160 pagine, 15,90 euro). Claudio Arrigoni racconta ancora Alex Zanardi. Un bellissimo libro. Un libro-confessione, un libro-conversazione, un libro-testimonianza. Un libro scritto – con il cuore - dopo l’incidente del 19 giugno 2020. Un libro pieno di ricordi e fatti, circostanze e situazioni, scritto da dentro una conoscenza, una frequentazione, un’amicizia solida e consolidata. Perché Arrigoni, giornalista vero, ha una sensibilità, un’attenzione, una delicatezza, un’onestà, una – oserei dire – purezza rare. E così riesce a scavare dove gli altri sorvolano, a intuire dove gli altri trascurano, a spiegare dove gli altri sentenziano. Senza presunzione, senza appropriazioni. Senza giacca e cravatta, senza “in qualche modo” e “in buona sostanza”, senza giochi di potere e di salotto, senza copia e incolla.
E’ un libro, “Ancora”, che si può leggere e rileggere, dall’inizio o dal fondo, sottolineando o appuntando, in treno o in bagno, ridendo o piangendo, in chiesa o a letto, interrogandosi o rispondendosi. Non c’è pagina che non lasci un segno, una ferita, un comandamento, una regola, un’ispirazione. Ed è il libro di una comunità, quella di Alex, dal padre Dino idraulico alla mamma Anna sarta, dalla moglie Daniela insostituibile al figlio Niccolò consapevole, dal dottor Claudio Costa al genio Stephen Hawking, dal ct Mario Valentini all’azzurro Vittorio Podestà, da don Marco a Papa Francesco, dal direttore Candido Cannavò alla schermitrice Bebe Vio, dal nuotatore Simone Barlaam al calciatore Mauro Bellugi, che al momento della stampa era ancora riuscito a difendersi dal Covid. Bellugi confidava di pensare ad Alex “ogni santo giorno che Dio manda in terra. Però lui è un triplo supereroe, io sono solo un uomo con un po’ di palle che si ispirerà a lui. E sono sicuro che lui uscirà dall’ospedale guarito e rimesso a nuovo, e continuerà a mostrarci come si vive”.
Arrigoni ha il merito di ricucire e ricongiungere, cercare di dare direzione e – se possibile - senso a questi sfide di asfalto e sudore, di tricipiti e ventricoli, di date e dorsali. Tant’è che “Ancora” sarebbe uno di quei libri da leggere anche a scuola. Per chiedersi, infine, non dove sia adesso Zanardi, ma dove siamo adesso noi.
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