All'avvio della stagione che porta verso le Olimpiadi di Tokyo, Elia Viviani esprime il suo pensiero sulla candidatura di Daniela Isetti e ricorda l'inizio del percorso che lo ha portato all'oro alle Olimpiadi di Rio 2016 con un pensiero anche verso il proprio percorso di crescita, andato di pari passo anche con lo sviluppo del Centro Studi FCI.
Elia Viviani lo fa ricordando l’inizio del percorso che lo ha portato a Rio 2016: «Il mio oro Olimpico di Rio - ricorda oggi Viviani - è nato anche dalla combinazione tra il lavoro dei CT, dei tecnici e quello del Centro Studi. Io sono stato il primo “esperimento” e, oggi, i risultati dei ragazzi più giovani di me dimostrano che non è stata solo una generazione fortunata. Il Centro Studi aiuta la FCI a stare al passo con il ciclismo moderno, che non è più come una volta ma è fatto di programmazione, numeri, aerodinamica”.
Da qui anche la positiva valutazione sulla candidatura dell’attuale Vice Presidente Vicario FCI: “Daniela Isetti ha dimostrato in questi anni di essere una donna capace di prendere in mano la situazione e di raccogliere un testimone importante. Daniela ha la grande qualità di saper ascoltare: ti incoraggia a esprimere la tua opinione serenamente, senza incutere timore. È sempre stata un supporto continuo e affidabile per gli atleti, per le Nazionali, per gli eventi, non sono per noi professionisti ma per Giovanissimi, Esordienti e tutte le categorie giovanili, bmx, mtb e le altre discipline del ciclismo”.
Elia Viviani, che nel 2020 ha partecipato anche ai Corsi da Maestro Istruttore FCI e Tecnico Allenatore di 2° livello promossi dal Centro Studi FCI e dedicati esclusivamente agli atleti attualmente in attività, ritorna anche a parlare dei quattro anni tra Londra e Rio: “Dopo la batosta di Londra 2012, ho dato la mia disponibilità al progetto con Marco Villa e i tecnici della Nazionale e da quel lavoro, fatto per arrivare al 100% a Rio 2016, abbiamo ottenuto un Oro Olimpico memorabile. Un risultato che ha dato certezze a tutti noi e ci ha fatto capire di aver scelto la strada giusta. Ma di quel percorso oggi non resta solo la medaglia: c’è un gruppo di lavoro, un metodo, un risultato storico che ha portato interesse verso il nostro sport. Non possiamo più dire “Elia ci è riuscito perché è Elia”: quell’oro lo abbiamo costruito lavorando insieme, giorno dopo giorno. Ecco perché il mio giudizio sul Centro Studi non può che essere ottimo”.
Il ragionamento di Elia Viviani non si ferma alla propria attività: “Dietro noi professionisti che abbiamo maggiore visibilità, mi piace ricordare che i tecnici del Centro Studi passano giornate intere a fare i test a centinaia di giovani, per il Progetto Talento o per i test metabolici funzionali, per capire potenziale e attitudini di ognuno, e da lì si comincia il monitoraggio, che è importantissimo. Abbiamo capito la necessità di sapere sempre cosa fanno i ragazzi della Nazionale quando si allenano a casa: si può seguire così la preparazione di un atleta in modo controllato, anche se a distanza. Anche questo è uno step importante ma significativo del ‘sistema-squadra’ che si è creato e che porta tutti a lavorare al meglio e ottenere risultati”.
Un modello di lavoro che secondo Elia Viviani funziona per il settore pista e per il settore strada, che lui frequenta con successo su entrambi i fronti, e che può essere un punto di partenza su tutti i territori e per tutti i settori e discipline: “Non dobbiamo essere gelosi di questo modello, ma far sì che possa essere declinato anche su tutti i territori e tutte le discipline. Se parlo di pista, settore che conosco meglio, posso dire che tutti i velodromi all’aperto sono attivi e devono funzionare perché sono un bacino che non possiamo perdere per allargare la base di atleti competitivi”.
E ancora: “Sono d’accordo con Daniela Isetti sulla necessità, anche per bmx e fuoristrada, di avere un Centro Federale come quello della pista, oltre a un ‘dislocamento’ diffuso in tutta Italia per agevolare le persone e i Comitati territoriali a fare gruppo, anche tra discipline diverse. Tornando sempre a esempi dalla pista, che conosco bene: a me fa piacere oggi vedere atleti della bmx fare lavori specifici su pista allenando le partenze da fermo: pista e bmx sembrano discipline molto diverse tra loro, ma ogni settore ha caratteristiche in comune con gli altri, oltre al comune denominatore della bicicletta che non è più solo agonismo, ma è un mondo intero che riguarda anche territorio, salute e mobilità”.
comunicato stampa
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