Uno di fila all’altro in rigoroso ordine alfabetico. Tutti e quattro a casa di Lello Ferrara, che per una sera non solo è costretto a mettersi la camicia d’ordinanza, ma deve anche contenersi nell’esuberanza che da sempre lo contraddistingue. Sia chiaro, Lello è Lello. È quella cosa lì, fatta di guasconerie e battute a non finire. Il tormentone della serata è anche divertente e genuino, come d'altronde lui è: voglio scendere dal camion, cerco un impiego! Datemi uno stipendio! Chi più chi meno, tra Cordiano Dagnoni e Daniela Isetti, Silvio Martinello e Fabio Perego, i magnifici quattro candidati alla poltrona di Renato Di Rocco, hanno promesso di tenere presente il curriculum dell’ex professionista napoletano da anni di stanza a Castelfranco Veneto. In definitiva Lello – meno ignorante del solito (per usare le sue parole) – se la cava egregiamente ed entra in porto con la sua imbarcazione senza andare a sbattere. Bravo (voto 8), anche per gli ultimi sei minuti – seri, serissimi – dove chiede ai ciclisti amatoriali di non essere dei professionisti e di tornare ad esser utili alla causa dei ragazzini e alle istituzioni, di ridurre il gap con il Sud. Due pensieri tutt’altro che ignoranti e più che condivisibili (per gli ultimi 6 minuti, voto 10).
Cordiano Dagnoni. 5,5. In verità non sarebbe da giudicare per un problema di linea, ma in questo caso il cenone di Natale o Capodanno non c’entrano assolutamente. A livello di forma fisica ci siamo eccome: è la linea “wi-fi” quella che manca e il povero Cordiano viene costantemente “freezato” da una linea killer. È un blocco di ghiaccio, un continuo fermo immagine che rende impossibile la comprensione del suo intervento. In attesa che la linea torni, forse è il caso di andare sul suo sito per comprendere la linea programmatica. Mi raccomando: con una buona linea wi-fi.
Daniela ISETTI. 8,5. Nostra Signora della Federazione sa stare in pubblico e davanti ad una telecamera. Rilassata e sciolta, tiene botta a Lello che non è cosa semplicissima. Nella sua esposizione appare sicura del fatto suo, la materia la conosce a menadito e non ha certo bisogno di suggeritori. È pronta per spiccare il volo.
Silvio MARTINELLO. 8,5. Che ci sappia fare con il microfono è cosa risaputa, che abbia studiato lo si capisce anche quando tace, appare convincente e anche rassicurante. Dice cose importanti e mai banali (sulla sicurezza, sul caso Iannelli e quella riforma elettorale che io stesso attendo da anni). Anche per lui vale il discorso fatto per Dagnoni: sul suo sito c’è un programma ben dettagliato e chiaro, fatto a sua immagine e somiglianza.
Fabio PEREGO. 6,5. È arrivato per ultimo, ma non è l’ultimo arrivato. Ha storia e competenza, ma soprattutto è onesto: va a Roma per tirare la volata a chi le volate sapeva vincerle ed è pronto a fare per la Federazione quello che da una vita fa: organizzare. Lello lo mette alle corde in un duello rusticano vero che cela screzi antichi. I due se le danno di santa ragione, ma sono entrambi ad uscirne vincitori.
Renato DI ROCCO. 9. Non c’è ma aleggia nell’aria. Sarà lui la figura di riferimento e raccordo, al quale tutti – nessuno escluso – faranno riferimento. Tutti, nessuno escluso, ammettono che mai come quest’anno il suo lavoro è stato fondamentale per non dire grandioso. Tutti e quattro devono ammettere che il bilancio federale è apposto. Insomma, lascia una Federazione in salute, e ci auguriamo che la possa lasciare in buone mani. Ma visto i profili dei quattro candidati, siamo già messi bene.