Il brand "Three Times World Champion" si sta facendo spazio nella produzione di abbigliamento tecnico ed accessori per il ciclismo ed il suo ideatore e propulsore è l'ex professionista di Amore & Vita Massimiliano Martini che ha dato alla sua attività il nome che ricorda i tre titoli mondiali vinti consecutivamente da dilettante nel quartetto della crono squadre.
Il quarantacinquenne imprenditore lucchese fin da bambino era appassionato di sport ed aveva risultati convincenti in tutte le discipline sportive che praticava: dall'atletica leggera, alle corse campestri, al calcio quando il Margine Coperta lo lanciò come portiere tanto da smuovere il grande Mondonico a visionarlo per l'Atalanta.
"Sfortuna volle - dice l'ex ciclista- che quel giorno mi ruppi il polso nel deviare una pallonata troppo potente per il mio fisico esile. Quindi la sostituzione mi fece sfumare l'eventuale possibilità di entrare nel calcio professionistico».
Il ciclismo fu lo sport che negli anni ’90 gli dette consapevolezza e una forza che non credeva di avere. Suo padre Eugenio, una volta che il suo idolo Francesco Moser attaccò la bicicletta al chiodo, si dedicò al figlio spronandolo a diventare un corridore, invitandolo a provare e a crederci perché Max fin da bambino dimostrava di avere una predisposizione naturale.
Che il ragazzo avesse la stoffa del campione fu chiaro quando iniziò a correre nel G.S. Ponte Buggianese, vincendo 25 corse nel biennio da esordiente. Da allievo vanta una decina di vittorie. Poi il passaggio nel 1992 alla Via Nova Madigan da juniores. Da qui la sua prima convocazione in azzurro da parte del c.t. Antonio Fusi. Martini non fece fatica ad ambientarsi con la nazionale juniores ed in particolare con gli altri componenti del quartetto della 70 km a squadre che vinse il titolo mondiale nel »92 a Pyrgos in Grecia - con lui Alessandro Romio, Massimiliano Mori e Marco Velo - e da quel momento in poi la sua carriera proseguì brillantemente.
«Sono riuscito - dice - a sviluppare le motivazioni che mi infondeva mio padre: dopo quei risultati niziai a sognare il professionismo e di poter vincere nella categoria più importante».
L’anno successivo il suo principale obiettivo fu riconfermarsi campione del mondo nel quartetto a cronometro e lo fece a Perth, in Australia, assieme a Flavio Zandarin, Oscar Biasion e Ruggiero Torraco. Colse anche cinque affermazioni nelle gare in linea ed a quel punto era di diritto uno degli juniores italiani più forti, secondo al camponato italiano alle spalle del suo compagno di nazionale Flavio Zandarin.
IL TERZO MONDIALE DA MILITARE
Chiamato all'obbligo di leva Martini fu inserito nella compagnia atleti. Vinse la pre-mondiale dei campionati militari e Varsavia completò il tris mondiale vincendo ancora una volta nel quartetto della crono prima di firmare, una volta congedato, per la Grassi Mapei. Dopo la Grassi passò alla Micco Italiana Petroli del suo grande amico Renzo Bardelli sotto la guida del D.S. Alessandro Cardelli, con lui già alla Grassi Mapei.
Siamo al 1996 quando Martini si impone nel Trofeo Città di Monte Urano e giunge secondo assoluto nella crono individuale del campionato italiano. Nel 97 la sua carriera rischiò di finire a causa di un incidente in allenamento quando fu investito da un automobilista: un ematoma alla testa lo costrinse ad una delicata operazione chirurgica. Nel 1998 approdò poi alla Monsummanese sotto la guida di Giacomo Pasqui.
«Ho dei ricordi bellissimi della Monsummanese, avevo ritrovato la gioia di correre dopo il rovinoso incidente, vinsi due gare in linea fra cui l'ultima tappa al Giro d'Italia Dilettanti vinto dal mio amico e compagno di camera di tante corse Danilo De Luca».
IL TRIENNIO CON FANINI
Un'altra sua prova convincente al G.P. Ezio Del Rosso gli consente di avviarsi al professionismo: a notarlo fu Christian Fanini, figlio del patron di Amore & Vita Prodir. Allora dilettante, Christian lo segnalò a suo padre che gli fece un contratto, con l'accordo di proseguire da dilettante con Mamma Fanini nel ’99 sotto il D.S.Oris Salvestrini per poi lanciarlo professionista con Amore & Vita-Fanini.
«Fino a quel momento nessuna squadra professionistica si era interessata a me. Gli anni passavano e a quei tempi era sempre più difficile fare il salto di categoria: Fanini mi diede questa grande opportunità e ne fu convinto più che mai quando nella Pistoia-Livorno giunsi secondo alle spalle di Paolo Bettini, con il quale a quei tempi battagliavo spesso. Stava per avverarsi il mio sogno anche se mio padre non ebbe l'opportunità di gustare questo grande momento tanto atteso, perché una brutta malattia se lo portò via».
LA PRIMA VITTORIA DA PROFESSIONISTA
Sono tanti i giovani che Fanini ha scoperto e lanciato nel professionismo e Martini fu uno di questi, seguito dai diesse Roberto Pelliconi e Giuseppe Lanzoni. Con quest'ultimo vinse la prima tappa alla Vuelta de Cuba.
«Il sogno si avverò e con questo il primo successo da professionista. Vincere a Cuba quando all'arrivo ad accoglierti c’era patron Fanini è stata una sensazione meravigliosa. Tutto ad un tratto superai l'ansia e la paura di non riuscire».
POI IL BUIO E TUTTO FINI' NEL 2001
Dopo quel successo, però, la carriera ebbe improvvisamente fine e Martini si trovò catapultato nella vita extra sportiva. Ma cosa accedde?
«Pensavo a mio padre che non c'era più e devo dire la verità, il ciclismo di quegli anni non mi piaceva più. Così cominciai a lavorare come responsabile commerciale di un grande gruppo immobiliare del Veneto continuando a guadagnare uno stipendio con meno fatica. E poi di quel ciclismo non mi piaceva più nemmeno l'abbigliamento, cosìho cominciato a disegnare un nuovo look per il ciclista con i miei articoli della gamma Three Times World Champion. Sono fornitore ufficiale dell'Arma dei Carabinieri per il servizio di pattuglia in ciclomontato per tutta l'Italia e fra i più famosi clienti c'è anche il conduttore televisivo Rai Piergiorgio Giacovazzo».
da La Gazzetta di Lucca
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