GANNA. «IL MIO 2021 SI CHIAMA TOKYO»

INTERVISTA | 21/12/2020 | 08:05

Il 2020 è stato l'anno della legittimazione, il 2021 lo potrebbe collocare fra le leggende a cinque cerchi. "Sportivamente, nonostante tutto, quello passato è stato un anno per me divertente; quello che sta per arrivare sarà intenso".


Filippo Ganna, con i passi di un vero gigante - lo è, del resto, dall'alto dei suoi 195 centimetri d'altezza - ha seguito un'evoluzione tecnica che nemmeno la pandemia è riuscita a rallentare. Come un rullo-compressore, dalla pista alla strada ha indossato i colori dell'iride, volando ad altissima velocità e diventando il primo italiano nella storia del ciclismo a conquistare il titolo mondiale in una crono individuale da quando - era il 1994 - la prova venne inserita nel programma dall'Uci. Prima di lui, proprio nel 1994, a Catania, solo il secondo posto di Chiurato. Ganna a Imola è salito sul tetto del mondo, mettendosi alle spalle rivali come Rohan Dennis o Victor Campenaerts.


Un Grande Giro

Pippo Ganna al Giro d'Italia posticipato per pandemia ha confermato che il titolo iridato non era arrivato per caso, trionfando nelle tre crono del programma, ma non solo: aggiudicandosi anche la tappa in linea conclusa sulla Sila. 'Top-Ganna' è stato sontuoso nel 2020, facendo presagire un 2021 altrettanto esaltante. "Come definisco l'anno che sta per chiudersi? - dice all'ANSA, di ritorno da un periodo di preparazione alle Canarie - Divertente dal punto di vista sportivo, ma non parliamo della pandemia. Come mi aspetto il 2021? Pieno, intenso. Se il programma verrà rispettato saranno tanti i giorni di corsa. Mi mancherà la famiglia, la ragazza, quando arriveremo all'ultimo giorno potremo dire: finalmente vacanza".

«Sono felice»

Ganna è felice, ma non vuole fermarsi proprio adesso, a 24 anni e con un futuro ancora da scrivere. Lo accostano a Fausto Coppi e Francesco Moser che fecero grandi cose in pista e su strada; 'Pippo', però, non si lascia sedurre dai facili trionfalismi. "Si, sono felice - ammette, con il suo vocione -. Ogni anno non è uguale, cercherò di vincere come ho fatto nel 2020 e, se anche non dovesse andar bene, sarei pronto ad accettare le critiche. Nessun problema. Pista? Strada? Io ho cominciato a correre su strada, voglio continuare. Su pista ho anticipato i tempi, ma i risultati su strada non mi sorprendono, perché ci ho sempre gareggiato".

Il record dell'ora può aspettare

Il record dell'ora può aspettare, l'Olimpiade a Tokyo no. "Intanto speriamo che ci siano - dice Ganna -. Quando avremo la certezza che si gareggerà ai Giochi, vedremo il da farsi. In questo momento penso a prepararmi al meglio: stiamo progettando con il team gli appuntamenti stagionali, penso che ci muoveremo in funzione dei Mondiali". Ganna è l'unico volto nuovo e affidabile del ciclismo italiano, alle sue spalle il vuoto. "In Italia non ci sono squadre World Tour - fa notare il ragazzo di Verbania, che corre con il colosso Ineos -: non voglio entrare nei budget degli altri, ma all'estero ci sono team con maggiori disponibilità economiche". La nuova classe dirigente del ciclismo, chiamata a gestire il movimento dopo le elezioni di febbraio 2021 per il rinnovo delle cariche federali, dovrà rigenerare il movimento. In che modo? Ganna dice: "Renato Di Rocco ha dato tanto alla Fci e alla crescita del ciclismo italiano, come confermano le medaglie portate a casa. E' stato un grande presidente. Vediamo cosa farà il suo successore. Se dovessi dargli un consiglio? Io penso a pedalare, loro devono decidere come farci arrivare agli appuntamenti. Finora ci siamo arrivati alla grande. Di cosa ha bisogno il ciclismo italiano? Ho cercato di fare il mio, ottenendo - grazie ai risultati - un riavvicinamento degli sportivi a questa disciplina. Penso sia necessario che qualche giovane venga su bene, i risultati arriveranno".

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