Quando qualcuno di lascia, si apre inevitabilmente il cassetto dei ricordi più belli. Accade anche per Aldo Moser, scomparso ieri all'età di 86 anni, e per la Coppa Agostoni che fu la prima vittoria del corridore trentino nella stagione del suo passaggio al professionismo, nel 1954.
Ecco come viene raccontata quella giormata storica della corsa organizzata dalla Mobili Lissone: «Il 1954 è l’anno della memorabile impresa di Aldo Moser. Tre corridori risultano al comando a Lurago (al ritorno dal Ghisallo e dalla Valbrona, il percorso è lo stesso delle due edizioni precedenti): Moser, Landi e Ferlenghi. Al giovane trentino bastò una rampa, poco più di un cavalcavia, per partire con estrema decisione: in un chilometro fra lui ed il gruppo, che aveva inghiottito gli altri due audaci, corsero all’incirca duecento metri, che diventarono trecento al quarto chilometro di fuga (a questo punto il traguardo distava esattamente venti chilometri). E fino alle porte di Lissone durò l’impari lotta, poiché nel gruppo nessuno si tirava in disparte quando arrivava il turno per sgambare con affanno al comando. Ma Moser andava come un diretto, azionando con disinvoltura il 50x14. Sulla linea del traguardo il cronometrista sentenziò 1’16" di vantaggio sul plotone, media oraria km. 44,450 negli ultimi venti chilometri”. La volata del gruppo è stata vinta da Giuseppe Calvi su Brasola e Pippo Fallarini».
E ancora: «Aldo Moser - è stato questo il commento di fine gara – il grande, autoritario protagonista, ha conquistato la sua più probante vittoria agli effetti della classificazione fra quanti aspirano a farsi strada nel ciclismo; e perché il campo di gara era tra i più completi che si possano avere in Italia per la categoria indipendenti, e perché il tracciato, la media, l’impegno con il quale è stata condotta la furibonda lotta, lo hanno costretto ad accettare una sfida che solo un elemento di qualità ottime come le sue, in forma come lui, poteva accettare e vincere».
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