Manlio Moro, 18 anni, è di quelli dotati dalla natura: 188 centimetri di altezza che garantiscono forza e velocità. Di scarpe porta il 45 un numero in meno del corregionale e campione italiano a cronometro Jonathan Milan (46) entrambi friulani. Moro è senza ombra di dubbio la rivelazione di questo mezzo anno della categoria juniores. Il bottino del corridore di Azzano Decimo è impressionante: sei titoli italiani. Forse un record? La cosa importante è che Moro ha sfruttato al meglio la sua proverbiale dote di passista anzi, passistone che per certi versi si avvicina molto alle doti di Filippo Ganna.
Il friulano ha stracciato tutti in pista collezionando cinque maglie tricolori: nell'Omnium, nella Madison in coppia con l'amico fraterno Alessio Portello (sono cresciuti nella stessa culla, e sono compagni di scuola), nell'Inseguimento Individuale e a Squadre, nella Eliminazione. Ha fatto fuoco e fiamme anche nella cronometro a squadre su strada di Treviglio trascinando la sua formazione, il Borgo Molino Rinascita Ormelle, alla conquista del titolo. Non bastasse ha vinto le corse in linea di Cepagatti e Treviglio, si è piazzato quarto nel Giro del Friuli a tappe, settimo al tricolore crono, e agli europei in pista (prima volta in maglia azzurra) si è messo al collo due medaglie di bronzo, nell'inseguimento individuale e a squadre. Una stagione tutta in progressione condensata tra luglio a ottobre.
Ma come nasce Moro ciclista?
"Per caso-racconta il giovane Manlio-. Mia mamma Barbara mi portava in macchina per le strade di Azzano Decimo e mentre guardavo un signore in bicicletta le chiesi se pedalare era anche un sport. Finchè un giorno, 7 anni, mi sono presentato alla porta del gruppo ciclistico Pasiano. Da quel giorno continuo a pedalare".
Prima la testa, poi le gambe. Moro è un corridore che ragiona, che per emergere associa molto bene l'uso della mente a quella dei sacrifici, della fatica. E' un friulano cocciuto e testardo che in questo 2020 ha confermato tutto ciò che di buono aveva espresso nelle categorie giovanili.
"Sono il frutto di un mix unico di sacrifici e dedizione che ho per questo sport. Valori che mi hanno condotto alle vittorie di questa fantastica annata per me. La passione per il ciclismo ce l'ho nel sangue e se sono arrivato a tanto è anche merito della squadra, di un team eccezionale di persone come il presidente Piero Nardin, i vice Marco Bonaldo e Claudio Ruffoni, i direttori sportivi Cristian Pavanello e Carlo Merenti, e naturalmente dei miei compagni che mi hanno sostenuto in tutto e per tutto".
Si ispira a Sagan, ma il suo punto di riferimento è Ganna. Come l'iridato a cronometro e dell'inseguimento, la specialità di Moro sono le gare di un giorno, forse per la capacità di dare tutto e subito. Mai come quest'anno ha avuto una continuità di risultati straordinaria.
"Se per molti corridori il 2020 è stato un anno difficile da raccontare, da riassumere e da dimenticare, per me non è stato proprio così anzi, se faccio oggi un bilancio è stato molto speciale e indimenticabile. Soprattutto ripensando alla scorsa stagione quando, in occasione del Giro del Friuli, mi fratturai la clavicola sinistra e dovetti stare lontano dalle corse per un pò. Sì, Sagan è il mio idolo, ma in Ganna mi ci rivedo molto. Abbiamo le stesse caratteristiche, lui è cinque centimetri più alto, e come me adora correre sia in pista che su strada".
E per il futuro...
"Ho due preferenze in testa. Una di continuare a fare pista con la Nazionale Italiana di Marco Villa, che ringrazio per avermi concesso l'opportunità di far parte del gruppo azzurro agli europei di Fiorenzuola d'Arda, un'altra onorare come si vede la maglia della Zalf Euromobil Fior dei fratelli Lucchetta e Fior, la squadra con la quale farò il salto tra gli under 23 a partire dal 2021 e che ha espresso parere favorevole, grazie anche all'avvallo dei direttori sportivi Contessa e Faresin, nel continuare farmi svolgere l'attività in pista che amo moltissimo".
CHI E' MORO
Diplomando in tecnica per la progettazione di Mobili all'Ipsia di Brugnera. Moro risiede ad Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, con papà Claudio dirigente nell'azienda Friulintagli, e mamma Barbara casalinga. Ha due sorelle maggiori: Silenia e Daila, quest'ultima ha praticato Nuoto e frequenta l'università di Venezia (architettura). Alto 188cm, pesa chili 76, porta il 45 di scarpe. Ciclisticamente cresciuto nel gruppo ciclistico Pasiano, ha corso l'ultima stagione tra gli allievi con l'UC Pordenone prima di passare nella società del Borgo Molino Rinascita Ormelle con la quale ha disputato il biennio nella categoria juniores.
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