Oltre trenta anni di successi nel ciclismo professionistico sono cosa rara, per non dire unica: la longevità di Ivano Fanini a livello dirigenziale non teme confronti. La vittoria è sempre stata nel suo dna, qualunque sia fosse la specialità e con il roveretano Fabrizio Margon ha prmieggiato anche nel ciclocross.
Fanini lo andò a scovare in Valsugana: andava forte in salita, tanto da tenere il passo degli scalatori nelle tappe dolomitiche del Giro d'Italia. Terzo nel campionato italiano militare, quarto nel Giro d'Oro ed a 20 anni decimo nella sua prima gara internazionale in Austria. A 14 anni faceva il cuoco in un ristorante ed andava in bici nel dopo lavoro per scaricare lo stress. Aveva bisogno di una persona che credesse in lui e che lo sapesse guidare, perché non era facile da gestire: era introverso ed in gara poco propenso a stare in gruppo ma incline a sconsiderate fughe che non lo portavano da nessuna parte.
PROFESSIONISTA. Era arrivato il momento di scegliere, ma l’ansia lo divorava: Margon era preda dell'indecisione, non sapeva se continuare a correre o meno. I suoi genitori da, grandi lavoratori, preferivano per lui una vita magari nel settore della ristorazione
«Mi volevano la Supermercati Brianzoli dei fratelli Franchini - dice a La Gazzetta di Lucca l'ex campione roveretano - alla quale era difficile rinunciare perchè era stata la squadra di Francesco Moser, il mio idolo. Nello stesso tempo Ivano Fanini mi chiamava in continuazione per farmi passare professionista con Amore & Vita. Scelsi quest'ultima offerta nonostante in tanti mi sconsigliassero. Fu la mia fortuna. Alle dipendenze del patron lucchese mi sono trovato benissimo. Ivano Fanini, lo dirò sempre, è una persona vera, sincera come poche. Si è creato diverse antipatie per la sua lotta contro il doping ma il suo amore per il ciclismo pulito prevale su tutto»
PRIME VITTORIE. Scelta la squadra, l'attività ciclistica di Fabrizio Margon ebbe seguito nel ciclocross.«Allora servivano i punti per passare professionista e nel ciclocross li avevo. Una scelta che fu per me quasi obbligata anche se non mi sarebbe dispiaciuta una carriera su strada. Dissi però a Fanini che se non avessi vinto subito avrei smesso e sarei tornato in Trentino a lavorare. Invece alla mia prima gara in maglia Amore & Vita Fanini vinsi subito a Zibello, in provincia di Parma: la mia prima vittoria ufficiale da professionista. Nella seconda gara che disputai vinsi il campionato italiano élite a Finale Ligure, davanti ad uno specialista come Ottavio Paccagnella».
Era il 1990 e Amore & Vita Fanini aveva già vinto il 25 agosto il campionato del mondo nel mezzofondo a Maebashi in Giappone con Walter Brugna e conquistato argento e bronzo rispettivamente nella velocità e nel keirin con Claudio Golinelli. Poi il tricolore con Margon e quindi Fabrizio Convalle al successo nella 5a tappa al Giro d'Italia a Teramo e Andrea Chiurato primo nella 1a tappa al Giro di Calabria.
POKER. L'atleta trentino prende sempre più confidenza con i circuiti ed aumenta in lui la consapevolezza delle proprie forze. Vince diversi circuiti a livello nazionale e internazionale fino al suo secondo grande appuntamento tricolore e bissa nel gennaio del ’91 il titolo fra gli Élite ad Azzano Decimo battendo Claudio Chiappucci.
Nel ’92 tris tricolore a Cardano al Campo, in provincia di Varese, davanti a Sandro Bono, nel ’93 completa il poker Élite a Solbiate, Olona sempre in provincia di Varese, battendo Daniele Pontoni, che soltanto l'anno precedente aveva vinto il titolo mondiale fra i dilettanti a Leeds.
Per Margon il ’93 fu un anno da ricordare per i molti successi che ottenne anche in MTB, fra i quali un titolo italiano a cronometro individuale ed il Giro d'Italia con finale ad Enego.
L'ultima medaglia tricolore per Margon fu nel 1994, sempre con Amore & Vita-Galatron, quando conquistò l'argento superato sul traguardo soltanto da Daniele Pontoni. Nel ’95 si separò da Amore & Vita Galatron passando alla Kamikaze San Marco piazzandosi decimo al mondiale di MTB di Friburgo.
Ai campionati mondiali ha ottenuto l'undicesimo posto nell'89 da dilettante a Pontchateau e l'undicesimo posto nel 95 da Élite in Svizzera a Eschenbach. Ha vinto complessivamente più di 80 gare, soprattutto nel quinquennio con i colori di Amore & Vita.
PERSONAL TRAINER. In carriera ha avuto grandi avversari. Ma quale secondo Margon è stato il più forte che ha conosciuto? «Sicuramente il belga Roland Liboton, vincitore di quattro titoli mondiali e per tre volte della classifica del Superprestige. Degli italiani fra i miei più acerrimi rivali citerei i fratelli Vandelli, Luca Bramati, Sandro Bono e Claudio Chiappucci».
Dopo aver allenato formazioni giovanili, Margon oggi gestisce una piccola palestra a Pergine Valsugana in provincia di Trento, il paese dove risiede con la famiglia, e fa il personal trainer. Ha un figlio di 23 anni che si chiama Matteo e che fa il cantautore e ha mantenuto rapporti di amicizia con Ivano Fanini, attuale patron di Amore & Vita Prodir, che lo ha lanciato dandogli l'opportunità di diventare professionista. I diesse che ricorda con piacere in quel quinquennio sono stati Giorgio Vannucci prima e Giuseppe Lanzoni dopo.
da La Gazzetta di Lucca
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.