Il ciclismo è una grande famiglia e alcune volte, come succede in tutte le professioni, ci sono i figli che vogliono seguire le orme dei padri. Questo è il caso del giovanissimo venezuelano Jeison Rujano, figlio di quel Josè, che nel 2005 salì sul terzo gradino del podio del Giro d’Italia, alle spalle di Gilberto Simoni, secondo e con Paolo Savoldelli vincitore. Jeison Rujano che di anni ne ha appena 19, il prossimo anno correrà con i colori della Fondazione Benicadell e verrà in Europa. Il giovane Rujano ha subito ben figurato al suo primo anno da under 23, conquistando il titolo nazionale nella cronometro individuale e arrivando secondo nella prova in linea.
Per questo figlio d’arte, a inizio anno era iniziata una trattativa con la squadra Hotel Tres Anclas-ULB Sports-Moll Autos de la Peña Beniopa. Purtroppo però la pandemia aveva fatto saltare la trattativa, ma la fortuna è tornata e il promettente venezuelano volerà in Spagna con un’altra squadra.
Sicuramente Jeison avrà fatto tesoro degli insegnamenti del padre, che ancora oggi viene considerato il miglior corridore venezuelano di sempre. Rujano senior, oltre ad aver conquistato il terzo posto al Giro, a soli 40 secondi dal vincitore Savoldelli, in quella edizione si aggiudicò la classifica degli scalatori e quella magnifica tappa in solitaria con arrivo al Sestriere. Jeison Rujano è bravo e forte e vuol seguire le orme del padre diventando un ciclista professionista.
Nella storia di questo sport sono tanti i figli d’arte, a cominciare dal super campione Mathieu Van der Poel, figlio di Adrie, vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi nel 1988 e di un Giro delle Fiandre nel 1986. Mathieu, considerato uno dei più forti corridori del momento è anche nipote di Raymond Poulidor, che in carriera, oltre ad aver conquistato 3 bronzi e un argento mondiale, vinse la Vuelta di Spagna nel 1964, una Milano-Sanremo nel 1961 e ben 7 tappe al Tour de France.
Andando in Belgio è impossibile non pensare a Eddy Merckx, che in carriera ha vinto tutto e a suo figlio Axel, oggi dirigente sportivo ma che da corridore ha conquistato il bronzo olimpico ad Atene nel 2004 e una tappa al Giro d’Italia. In Lussemburgo invece troviamo i due fratelli Schleck con Andy vincitore di un Tour de France e di una Liegi-Bastogne-Liegi e Frank primo ad una Liegi-Bastogne Liegi. Entrambi sono figli di Johnny che in carriera più volte abbiamo visto come gregario al fianco Jacques Anquetil ed Eddy Merckx. P
Passando per la Germania oggi in gruppo pedala il ventiseienne Rick Zabel, figlio di Erik che in carriera ha vinto un bronzo e due medaglie d’argento ai mondiali. Con i colori della Trek-Segafredo corre il francese Julien Bernard: suo padre Jean-François in carriera ha vinto 4 tappe alla corsa rosa e tre al Tour de France, oltre ad una tappa alla vuelta di Spagna.
Anche l’Italia ha i suoi figli e nipoti d’arte, o addirittura intere famiglie legate al mondo del ciclismo, come nel caso dei Moser. Francesco è stato il più vittorioso con medaglie mondiali su strada e pista, Giro d’Italia e classiche. Anche Enzo, Aldo e Diego, tre dei suoi fratelli correvano, poi è stata la volta della nuova generazione con Ignazio, figlio di Francesco, e Moreno, figlio di Diego.
E ancora la famiglia Masciarelli, con papà Palmiro che vinse due tappe alla corsa rosa e i suoi figli Andrea, Francesco e Simone. In casa Astana, ci sono anche padre e figlio che lavorano insieme, come Giuseppe Martinelli argento alle Olimpiadi di Montreal, che oggi dall’ammiraglia dell’Astana, guida suo figlio Davide. L’elenco dei figli d’arte, forzatamente parziale ma indicativo, arriva a Valerio Conti, che tutti ricordano per aver vestito la maglia rosa al Giro dello scorso anno, figlio di Franco ex corridore e nipote di Noè, che in carriera fu gregario di Fausto Coppi.