È un Mauro Vegni durissimo quello che commenta i fatti della giornata odierna: «Una decisione che abbiamo subito, una decisione inaccettabile. Ora pensiamo ad arrivare a Milano, poi a bocce ferme qualcuno pagherà anche questo».
E ancora: «C'è rammarico per la brutta figura che abbiamo fatto oggi come sport e come ciclismo. E vi dico che la fuguraccia di oggi oscura tutto quanto di buono abbiamo fatto fino adesso per portare alla fine il Giro d'Italia».
L'affondo del direttore del Giro ai microfoni di RaiDue continua: «Questa è stata la prima giornata di acqua vera, un paio di altre volte hanno preso un po' di pioggia in questo Giro, ma da un anno tutti sapevamo che oggi era in programma una tappa lunga, così come tutti sapevano che ci sarebbe stato il Giro ad ottobre ed il tempo è stato anche clemente con la corsa».
«Non c’era nessun presupposto per prendere una decisione simile, ho sentito molti corridori che non erano d’accordo e mi dispiace. A me non è arrivata nessuna proposta da nessun corridore e da nessuna associazione, né ieri sera né questa mattina. La Lotto Soudal? Ho parlato con uno o due corridori della Lotto, non volevano partire, saliamo sul pullman mi hanno detto e alla fine ’unico pullman che mancava era quello della Lotto. È evidente che tra i corridori e le loro squadre non c’è dialogo e se fossi un datore di lavoro alla guida di una squadra ciclistica qualche problemino me lo porrei. Alternative alla decisione? Quando non si presentano i corridori alla partenza ad un quarto d’ora dal via cosa vuoi fare?».
Un'ultima annotazione con tante domande: «Una figuraccia fatta davanti al mondo intero, senza scuse che possano giustificare l’accaduto. Perché stamattina, molti corridori si domandavano cosa stava succedendo? Perché c’erano corridori schierati alla partenza? Perché non tutti sapevano e sono venuti a chiedere a me? Perché anche i manager delle squadre chiedevano a me cosa stesse succedendo e io non sapevo nulla?».