
"L'allarme EF Education First" sta pian piano rientrando. Dopo il caos scatenato dalla richiesta dei vertici della squadra all'UCI di fermare il Giro d'Italia, la squadra americana sta tornando sui suoi passi, ritrattando i toni duri e probabilmente esagerati usati nei confronti della Corsa Rosa.
Il primo a gettare acqua sul fuoco è stato il direttore sportivo Fabrizio Guidi - che ha saputo solo successivamente della lettera - impegnato a guidare i suoi ragazzi dall'ammiraglia in queste tre settimane. «Abbiamo grande rispetto per questa corsa e ci dispiace della situazione che si è venuta a creare - spiega l'ex corridore toscano, che avrebbe sicuramente preferito parlare delle due vittorie di tappa ottenute fino ad ora e della maglia azzurra sulle spalle di Ruben Guerreiro - Abbiamo piena fiducia nel lavoro dell'organizzazione, saranno i tamponi a dirci se preoccuparci o meno. Probabilmente abbiamo sopravvalutato il problema e la comunicazione all'UCI è stata un po' troppo frettolosa. I corridori, come tutto lo staff, ha volgia di arrivare a Milano e continuare a correre. Personalmente, poi, devo davvero tutto al Giro d'Italia, quindi non vorrei assolutamente lasciarlo».
A rinforzare le parole di Guidi è poi arrivato un tweet del general manager Jonathan Vaughters: «Per chiarire: è assolutamente vero che non abbiamo informato i corridori e lo staff al Giro della lettera (non pubblica) in cui suggerivamo di chiudere prima la gara. Siamo pienamente consapevoli che i corridori vogliano continuare a correre».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.