ADDIO PIETRO SCANDELLI, IL GREGARIO CHE SAPEVA VINCERE

LUTTO | 07/10/2020 | 08:33
di Marco Pastonesi

È arrivato anche lui. Ultime pedalate, ultimi sospiri, ultimi sguardi. Poi finalmente il traguardo, quello finale. Due giorni fa è morto Pietro Scandelli: era stato un vincente, anche se gregario, il meglio della categoria e della qualità, dal 1963 al 1970, fra Salvarani, Molteni e Faema, al servizio di Adorni, Motta e Merckx.


Cremasco dalla nascita (1941) alla morte, Scandelli era una biglia, una figurina, un cognome nelle liturgiche telecronache di Adriano Dezan, ed era soprattutto una leggenda: quella della ventunesima e penultima tappa del Giro d’Italia 1966, mercoledì 8 giugno, da Belluno a Vittorio Veneto, 181 km, la cavalcata dei Monti Pallidi. Il terzo tentativo di fuga di giornata si rivelò quello buono: prima scattò Lucillo Lievore, poi lui, Scandelli. Se ne andarono poco prima di Sédico, e il gruppo li ignorò, a Feltre avevano due minuti di vantaggio, e il gruppo li lasciò, a Onigo otto, e il gruppo li mollò, a Pieve di Soligo quattordici e mezzo, e il gruppo li dimenticò.


«Andavamo regolari – mi raccontò Scandelli -, un po’ tirava lui, un po’ tiravo io. Dietro se ne fregavano, davanti guadagnavamo. Ci conoscevamo, io e Lievore, ma non ci parlammo, sapevamo quello che dovevamo fare. Pedalare e sperare, sperare e pedalare. A metà corsa c’era la prima salita, il San Boldo, una vecchia strada militare costruita nella roccia, roba da Prima guerra mondiale. Più dura del previsto. Tornanti. Io andavo su regolare, non feci niente per staccarlo, fu Lievore che si staccò da solo. Che faccio: lo aspetto o continuo da solo? Decisi di continuare da solo, avanti così finché non mi avessero preso». Non lo presero. Scandelli: «Andavo regolare, e non avevo la minima idea del mio vantaggio. Non esistevano radio né auricolari, c’era solo una moto con un uomo che scriveva numeri su una lavagnetta, ma non avevo la forza e neppure il coraggio di guardarli. In quei momenti non si pensa, non si prega, non si conta, non si fa nient’altro che pedalare. A una trentina di chilometri dall’arrivo la seconda salita, il Bosco di Cansiglio. Continuavo ad andare regolare, e continuavo a non avere la minima idea del mio vantaggio. Dal passo al traguardo era solo discesa. Mi chiesero addirittura di rallentare: avrei mandato tutto il gruppo fuori tempo massimo. Ebbi il tempo di alzare le braccia al cielo e capire che stavo vincendo una tappa al Giro d’Italia». Secondo, a 15’18”, Lievore, seguito (in moto), intervistato e immortalato da Sergio Zavoli in una memorabile puntata del “Processo alla tappa”. Terzo, a 16’30”, Bariviera, poi Partesotti, Ballini e il gruppo dei migliori con la maglia rosa, Motta.

Quel giorno, a Vittorio Veneto, Scandelli scoppiò a piangere: «Fatica ed emozione – mi ricordava -. In carriera ne avrei vinta un’altra, ma tutta un’altra cosa, la frazione di una cronostaffetta. Io, Dancelli e Motta, tutti e tre primi nel proprio tratto». Altre volte Scandelli avrebbe pianto senza lacrime, per una fatica senza emozioni: «Quando arrivavi secondo, come mi capitò in un’altra tappa al Giro. Quando ti dimenticavi di mangiare e bere e andavi in crisi di fame o sete. Quando dovevi scalare tre, quattro o cinque montagne, e già alla prima avevi mal di gambe. Però io non volevo rischiare, stavo con il gruppo ed evitavo il gruppetto, quello dei velocisti, che sfidava il fuori tempo massimo». Gli era rimasto un magone: «Lievore se la prese, disse che avevo fatto il furbo, che ero più fresco perché non avevo tirato. Ma non era vero, non feci niente per staccarlo, fu lui che si staccò da solo».

A 30 anni Scandelli chiuse con il ciclismo e aprì un bar-tabacchi. E continuò a dare e portare da bere. Un lavoro da gregario.

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Sono il campione belga Eli Iserbyt e l'iridata Fem Van Empel i vincitori del classico Urban Cross per le categorie elite che oggi è andato in scena a Kortrijk, in Belgio, quale prova della challenge Exact di Ciclocross. Iserbyt, della...


Un attestato di ringraziamento è stato assegnato a Sara Fiorin dalla Regione Lombardia. Il il presidente Attilio Fontana, insieme al sottosegretario allo Sport, Federica Picchi, e a nome dell’intera Giunta regionale, ha voluto infatti ringraziare la pattuglia olimpica (70 atleti...


Brillante prestazione del giovane Patrik Pezzo Rosola a Troyes dove si è svolta la quinta manche della Coppa di Francia di Ciclocross per la categoria juniores. Il figlio della olimpionica Paolo Pezzo e dell'ex professionista Paolo Rosola, ha chiuso nella...


Quando lo contattiamo Luca Raggio è appena sceso di sella dopo una pedalata e ci conferma subito ciò che ieri in tarda serata aveva affidato ad un post sui social «Sì, correrò per la carica di presidente del Comitato Regionale...


Eva Lechner, plurititolata portacolori dell’Ale Cycling Team, reduce dalla vittoria ottenuta la scorsa settimana a Castelletto di Serravalle-Valsamoggia, domenica sarà di scena in Veneto a San Pietro in Gu per il 9° CX del Brenta-Trofeo Morbiato, gara nazionale valida come...


Con Ernesto Colnago è un continuo viaggio, nel passato e nel futuro. A novantadue anni suonati (il 9 febbraio saranno 93!) è un vero condensato di progettualità. Ha sempre qualcosa da fare, anche adesso che ha lasciato la sua Colnago...


I lettori più attenti se ne saranno già accorti, quelli che non masticano l'italiano come lingua madre ne saranno felici, per chi vuole allenare l'inglese ora ha un'occasione in più per fare pratica. Da oggi tuttobiciweb.it proporrà tutte le notizie anche...


La triste notizia l’ha diffusa con un post su Facebook suo figlio Giulio. A Cascina all’età di 69 anni dopo una lunga battaglia contro la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è morto Luciano Galleschi, personaggio conosciuto in tutto l’ambiente del ciclismo...


Una festa in grande stile, con tanti ospiti e tanto divertimento, d’altronde ormai Alex e Johnny Carera ci hanno abituato a fare le cose in grande e anche questa volta hanno centrato l’obiettivo. Dopo la partita a padel del pomeriggio...


Remco Evenepoel è senza ombra di dubbio uno dei cronoman più forti al mondo e i titoli vinti dimostrano chiaramente la sua classe. Il belga ha fatto vedere tante volte le sue qualità e in questo 2024 ha conquistato sia...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024