È un Vincenzo Nibali decisamentepiù sereno rispetto a ieri quello che appare virtualmente - per questioni di bolla anticontagio - sul palco del Processo allla Tappa per parlare della tappa odierna e della sua condizione.
«Sapevano che in Sicilia in questo periodo avremmo potuto trovare bel tempo e siamo stati accolti da un sole splendido, oggi poi non c'era nenache il vento che ha un po' condizionato la crono di ieri. La tappa di oggi? È stata nervosa soprattutto nel finale, con un arrivo che sapevo essere ideale per Diego Ulissi: sono contento per lui che è un grande amico e sono contento anche per il secondo posto di Sagan, che è un altro grande amico. Consentitemi di fare gli auguri a mia moglie che oggi compie gli anni e che so che questo pomeriggio era in compagnia di Lia, la moglie di Diego, naturalmente con i nostri figli. Tornando all'arrivo, non era per me, per noi uomini di classifica era importante stare davanti e non prendere buchi in attesa di avere domani sull'Etna le prime risposte».
E ancora: «La mia condizione? Come tutti ho dovuto riprogrammare la stagione, mi sono mancate alcune gare di preparazione rispetto al programma tradizionale, alla Tirreno ho sofferto tantissimo. Una volta finita ho cominciato a crescere di condizione. Il mondiale era un punto interrogativo ma lì finalmente ho comnciato a sentirmi bene e ad avere buone sensazioni».
Dopo aver ricordato Rosario Costa - il ragazzo del Team ibali che ha perso la vita in allenamento - e le numerose iniziative sulla sicurezza legate al suo nome, Vincenzo ha parlato anche della Astana, la sua ex squadra: «Sono stati molto sfortunati con i ritiri di Lopez e Vlasov che sicuramente peseranno molto, ma non dobbiamo sottovalutare Fuglsang e compagni perché la Astana è una squadar che tradizionalmente cerca sempre di ribaltare le situzioni, anche le più avverse».
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