Fra Trevi e Spoleto c’è un buco. Nero, bianco, iridato, o forse verde, probabilmente verde perché nascosto nella natura: comunque non si sa. Qui si viene inghiottiti da un’invisibile macchina del tempo. E come succede a Massimo Troisi e Roberto Benigni in quel film (“Non ci resta che piangere”) in cui tornano fra il Quattrocento e il Cinquecento e incontrano Leonardo da Vinci, qui ci si ritrova in un castello del XIV secolo, fra mura e scale, porte e selciati.
Si chiama la Torre della Botonta. E’ un luogo magico. Si trova in via Albornoz, frazione Castel San Giovanni – Castel Ritaldi. Botonta significa luogo di confine: ed è proprio un confine fra Medioevo e Duemila, fra sogno e realtà, fra visione e condivisione, fra set cinematografico e meraviglia storica. E’ un albergo diffuso: per uno, due, tre giorni, per una settimana, per una vacanza o un soggiorno, si può vivere, abitare, respirare con una ventina di residenti abituali, in stanze indipendenti e osteria comunitaria. E i ciclisti – cicloturisti, ciclostorici, ciclopellegrini, cicloviandanti, ciclogitanti – sono i benvenuti. Anzi: di più.
La Torre della Botonta fu lanciato da Fortunato Baliani, ex professionista, otto Giri d’Italia e pazze fughe che gli valsero la maglia di leader (temporaneo, non finale) nella classifica dei gran premi della montagna. Oggi è gestito da Floriana Tentori e l’ispirazione ciclistica è diventata, se possibile, ancora più forte. Durante i giorni della ciclostorica La Francescana, la Torre della Botonta era diventata un punto di passaggio, riferimento e ristoro, fra manifesti (uno spettacolo teatrale su Alfonsina Strada: Floriana si definisce una sua “superfan”) e biciclette, ceste piene di libri (fra cui il catalogo del Museo del Ghisallo, dove la stessa Floriana aveva lavorato nella sua precedente... vita) e di fotografie (fra cui una folgorante Brigitte Bardot, in bianco e nero, in bicicletta). Per gli appassionati di ciclismo, qui si consigliano itinerari, fra cui ovviamente quello del percorso permanente della Francescana, un anello di 166 km (ma con possibili varianti e riduzioni) tra uliveti e vigneti, borghi d’arte e ciclovie collaudate.
Aperto sette giorni su sette, dodici mesi l’anno, la Torre della Botonta chiuderà solo 15 giorni dopo l’Epifania. Per informazioni: www.torredellabotonta.com.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.