Caro Direttore,
in certi casi, e questo reputo sia proprio uno di quelli, occorre schierarsi. Razionalmente, e non solo emotivamente e passionalmente o, peggio, per partito preso. Peccando di presunzione, rivolgo la mia riflessione a chi ha occhi per vedere, e non solamente "guardare": degli altri, con rispetto ma altresì con franchezza, nella circostanza intendo fregarmene. Dimenticavo: non guasterebbe anche un minimo sindacale di esperienza ciclistica ... "sul campo" (in verità, sulla strada, ma non sottilizziamo).
Quando ci sono in ballo la dignità e il rispetto delle persone non si può dar fiato alla bocca senza, prima, aver almeno tentato di far funzionare il cervello: diversament , tanto varrebbe una bella gita collettiva nel Paese dei Balocchi, e saremmo tutti più felici e contenti.
Questa premessa, forse noiosa e di certo un pelino spocchiosa, per dire Grazie ai nostri corridori in azzurro (anche se qualcuno, un ex Corridorone e campione, ha avuto perfino da ridire sulla conformazione cromatica della divisa indossata dai Nazionali) , tutti e nessuno escluso, e al loro Commissario Tecnico per quanto di agonisticamente fatto nel Mondiale svoltosi ad Imola.
E' un mondo ben strano quello in cui, bene o male, ci si trova a vivere. Se così non fosse, mi si spieghi allora perchè sia tanto difficile porgere un semplice ringraziamento piuttosto che esprimere critiche, più o meno fondate ed argomentate, quando non dileggiare chi, con apprezzabile sincerità, dice, testualmente e coram populo: "Abbiamo fatto quello che potevamo fare"! Com'è incontestabile nella vita , a pensarci bene: ad impossibilia nemo tenetur.
Davide Cassani, mettendoci la faccia e guardandoti diritto negli occhi, dice quello che se non si sapeva almeno si poteva immaginare: solo l'incrollabile fiducia nelle capacità... salvifiche dell'eterno Vincenzo Nibali valeva a cullarci nell'illusione che, su di un simile tracciato esigente e... spietato ("voluto" dall'Uci, non dal ct solarolese), si sarebbe potuto competere ad armi pari con avversari della levatura e stato di forma di quelli classificatisi nelle primissime posizioni. Diciamolo questo, se vogliamo essere onesti e leali: mica con i Corridori o Cassani, ma con noi stessi! Quando il "Condottiero" Tecnico, a difesa e tutela soprattutto del lavoro svolto dai propri uomini-atleti, non si aggrappa o trincera dietro frasi di circostanza, o giustificazioni paradossali e sovente miserabili, si merita il rispetto e, se si vuole, anche la gratitudine di tutti coloro che veramente amano il Ciclismo. L'ho detto e lo ripeto: non un semplice sport, ma una Disciplina Sportiva, fatta molto più di regole severe e doveri onerosi che di diritti e privilegi. E chi ha fatto di tutto per conformarvisi si merita, comunque vada, almeno un GRAZIE.
Cordialmente
Fiorenzo Alessi