Per Alberto Bettiol quello di Imola è stato un Mondiale difficile. Lui che ha vinto lo scorso anno il Giro delle Fiandre, sulle strade romagnole ha sofferto,perché quegli strappi, ad ogni giro e con un ritmo elevato, diventavano sempre più pesanti per le sue gambe. Ma è soddisfatto della sua prestazione ed è convinto che l’Italia, con il suo Mondiale, abbia dato una lezione a tutti.
Questo è stato un Mondiale sicuramente difficile, come lo ha vissuto?
«E’ stato un bel Mondiale, con tanto pubblico e tante bandiere tricolore sul bordo delle strade, che ci hanno dato tanto coraggio. Per me il percorso era al limite, veramente troppo duro, ma lo sapevamo. Masnada è rimasto con me fino alla fine per cercare di aiutarmi a rientrare e sono arrivato nel gruppettino dietro. Ulissi non si sentiva bene e noi veramente abbiamo fatto quello che potevamo. Abbiamo corso davanti come una grande squadra, sempre a testa alta»·
Quale era la vostra tattica?
«A 4 giri dalla fine tra di noi abbiamo fatto il punto della situazione. Bagioli con Visconti e Ulissi non stavano benissimo e si sono messi a disposizione. Io ho provato a rimanere in corsa fino alla fine, dovevo tenermi libero per un eventuale arrivo in volata. Vincenzo ha provato a rimanere davanti con Caruso e il gruppo dei migliori. Io ho cercato di rientrare da dietro ma non ci sono riuscito, avevo dato tutto».
Da parte sua c’è qualche rimpianto?
«Assolutamente no. Veramente ho dato tutto quello che avevo su un percorso non adatto a me e molto difficile. Tutto sommato è stata una prova positiva».
A suo avviso l’Italia si sarebbe dovuta muovere in un modo diverso, forse quando ha attaccato Pogacar?
«Non penso. Se ci muovevamo insieme a lui non saremmo andati da nessuna parte, c’era il Belgio che tirava e noi avremmo bruciato altre possibilità. E’ stato un Mondiale d’attesa, i big si sono mossi solo nel finale, dove ha vinto il migliore».
Che è effetto le ha fatto correre sulle nostre strade con la maglia azzurra?
«E’ tutta la settimana che penso a questo. Un Mondiale in Italia e io con la maglia azzurra non so se capiterà ancora. Abbiamo dimostrato al mondo quanto siamo stati bravi a organizzare in poco tempo un evento perfetto e la gente da casa ha potuto vedere dei panorami veramente straordinari. E’ impossibile descrivere l’emozione che ho provato, c'era no il pubblico e le nostre bandiere e chi ci faceva il tifo, con un rispetto difficile da raccontare. Abbiamo dato una lezione al mondo intero».