Ci siamo, è il gran giorno della partenza del giro d’Italia femminile, c’è grande fermento in gruppo e già ci si dà battaglia scommettendo sul borsino delle favorite. Sono tanti i nomi papabili e quest’anno anche noi italiani proveremo a dire la nostra con molte ragazze pronte a dimostrare quelle che valgono. Tra le tante atlete in gara una tra le più attese è sicuramente Elisa Longo Borghini che, dopo l’ottimo secondo posto ai campionati europei su strada dietro Annemiek Van Vleuten, è pronta a dire la sua.
«Devo ammetterlo: mi sento molto bene - confida Elisa Longo Borghini a tuttobiciweb -: essere al Giro Rosa è sempre speciale, ma questa volta lo è in modo particolare. Durante quest’anno sono successe molte cose e pensare di poter correre in Italia con la mia squadra è un’emozione molto particolare».
È stato un anno difficile per tutto il mondo dello sport ma soprattutto per il quello del ciclismo, costretto a tagliare molte gare, in particolare quelle del calendario femminile. Anche il Giro Rosa rischiava di saltare, salvato all’ultimo dalla macchina organizzativa di Beppe Rivolta.
«il Giro Rosa ha un significato molto particolare: è l’ultima corsa a tappe rimasta del calendario femminile internazionale. Gli organizzatori hanno fatto veramente i salti mortali per riuscire a mettere insieme questa grande macchina, ritengo che sia un segnale importantissimo non solo per il movimento ciclistico femminile, ma per la nostra intera nazione che più di tutte è stata colpita da questa pandemia »
Non è solo il significato di quest’edizione del Giro Rosa ad affascinare Elisa Longo Borghini, ma soprattutto il percorso, 9 tappe sulle quali la campionessa piemontese sta già facendo più di un pensierino.
«È un percorso che mi piace molto perché tiene sempre all’erta - prosegue l’atleta in forza alla Trek Segafredo - questo tracciato richiede molto a noi atlete, infatti non ci sono mai tappe risposanti che diano la possibilità di tirare un sospiro di sollievo, è necessario tenere gli occhi aperti perché il tracciato nasconde delle trappole. Sulla carta non ci sono grandi salite con nomi conosciute, ma in realtà le ascese impegnative in tappe altrettanto difficili di certo non mancano e sicuramente faranno male alle gambe».
E sulle avversarie da tenere maggiormente sotto controllo la campionessa piemontese non ha dubbi: «Bisognerà guardarsi bene in primo luogo dalle olandesi Annemiek Van Vleuten e Anna Van Der Breggen, ma anche da altre ragazze come Katarzyna Newiadoma e Ashleigh Moolman-Pasio».
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