Le parole di Bernard Hinault sul conto del suo amico Francesco Moser fanno chiaramente discutere. Grande corridore, non si discute, ma per il “tasso” bretone lo “sceriffo” è stato aiutato, soprattutto in quel Giro senza lo Stelvio e senza neve, ma anche per via di quell’elicottero sulla testa che nella crono finale da Soave a Verona, costò la “corsa rosa” al connazionale Laurent Fignon.
Sull’argomento abbiamo contattato anche il rivale di sempre, Beppe Saronni, che con ironia e una punta di sarcasmo ha risposto da par suo. «Che ci fosse un’affinità tra Bernard Hinault e Francesco Moser non è una novità o una sorpresa, visto che condividevano varie caratteristiche, tra le quali la stessa tenacia e un carattere simile. Quindi, è naturale che Bernard abbia speso belle parole per Francesco, esprimendo concetti chiari in onestà. Con la stessa onestà, si è soffermato a ricordare l’unico Giro vinto da Moser e tutti gli episodi che sono costati la “corsa rosa” a Laurent Fignon. Ecco, se Hinault aveva una maggiore attinenza con Moser, io mi sentivo più affine a Fignon, per mentalità ed estrazione. Quel Giro era di Fignon, che da gran signore quale era, ha accettato il verdetto della strada senza proferire verbo. Un giorno sapete cosa arrivò a dirmi il povero Laurent? “Adesso capisco tutto quello che hanno fatto a te…”. A Hinault mi limito a dire: grazie per aver ribadito quello che ho sempre pensato e sostenuto e che noi corridori abbiamo vissuto in prima persona in quei momenti».