Alexej LUTSENKO. 10. È un cecchino, nel senso che se mira qualcosa difficilmente poi sbaglia mira. Soprattutto se gli dai spazio ed entra in una fuga, lui è di quelli che non tornano indietro. Prima vittoria al Tour per questo ragazzo di 27 anni, che regala al suo Paese un'latra vittoria di tappa al Tour: la quinta. Le altre, neanche a dirlo, sono del suo grande capo Vinokourov (quattro successi), che ora ha ben più di un motivo per tenerselo stretto.
Jesus HERRADA. 9. Si fa un mazzo tanto per tutto il giorno e alla fine arriva lì, ad una manciata di secondi dalla gloria. Bravo comunque il 30enne della Cofidis, che sta fino a questo momento onorando questo Tour. Gli sfugge per 55” la vittoria, ma penso che Roberto Damiani possa ritenersi più che soddisfatto. Mi sembra di sentirlo già Roberto, pronto ad insultarmi pubblicamente: vincere è un’altra cosa. Ma se non erro la vittoria in casa Cofidis manca da 11 anni (Chavanel, ndr). Insomma, non è proprio una cosa così scontata.
Greg VAN AVERMAET. 8. L’oro di Rio va via insieme a 7 compagni di avventura: Lutsenko (Astana), Roche (Sunweb), Herrada (Cofidis), Oss (Bora Hansgrohe), Cavagna (Deceuninck QuickStep), Boasson Hagen (NTT) e Powless (EF). Tra i fuggitivi è quello messo meglio in classifica generale: 28° a 3'17'' dalla maglia gialla. Arriva anche a vestirla virtualmente. Poi rientra nei ranghi e chiude la sua giornata di fatica al terzo posto.
Neilson POWELS. 6,5. Il 24enne della EF prova a stare con Lutsenko per festeggiare degnamente e nel migliore dei modi il suo compleanno, ma alla fine ha poco da festeggiare: gli altri gli hanno fatto la festa.
Fabio ARU. 6. Ci prova sulla penultima salita. Guadagna una quarantina di secondi sul gruppo prima di essere ripreso. Direte: embè? Per quanto mi riguarda è un segnale: almeno ci prova. E oggi che nessuno ha provato nulla è già qualcosa.
Domenico POZZOVIVO. 7. Imbottito di antibiotici, fa la convalescenza e la riabilitazione al Tour. Anche oggi chiude bene: 29° a 2’53”, cioè con il gruppo maglia gialla.
Julian ALAPHILIPPE. 7. Scatto nel finale per provare a rosicchiare qualche secondo. Il risultato non è pari alle intenzioni, ma questo ragazzo ha sempre buone intuizioni.
Benoit COSNEFROY. 7. Il ragazzo della Cofidis resta saldamente in maglia a “pois”, così come Tadej POGACAR in maglia bianca di miglior giovane.
Adam YATES. 7. La sua Mitchelton Scott fa l’andatura per lunghi tratti, tutti assieme appassionatamente, e non succede niente.
Primoz ROGLIC. 6,5. Giornata di pausa e riflessione. Qualcuno deve aver detto a lui e ai suoi compagni che i Grandi Giri durano tre settimane, e non qualche giorno. Così i “calabroni” si sono messi lì buoni e non hanno punto.
Sam BENNETT. 8. Con la volatina per il 10° posto allo sprint intermedio, Bennett guadagna ancora su Sagan e nella classifica a punti sale a 129
contro i 117 dello slovacco.
NOI. 17. Giornata non particolarmente felice per noi appassionati, per noi malati di bicicletta. È chiaro che il Tour è lungo e anche oggi non si è andati a passeggio, ma lo spettacolo percepito e davvero bassino, da calo di audience e della palpebra. Il premio “malchance jaune” va a noi sportivi, ma come si dice in questi casi? Domani è un altro giorno.