Lacrime e gioia per Julian Alaphilippe sul traguardo di Nizza. Una dedica speciale appena sotto il traguardo con il dito verso l’alto per ricordare suo padre Jacques, scomparso a fine giugno. Superato il traguardo, ha lasciato subito la bici Julian, per abbracciare un membro della sua squadra e iniziare quel pianto liberatorio, ripensanso ai momenti belli di una vita. Jacques era il primo dei suoi tifosi, e a luglio dello scorso anno, anche se gravemente malato e su una sedia a rotelle, andò a Parigi per salutare il figlio sotto il palco degli Champs Elysees, nell’ultimo giorno del Tour.
“Vincere al Tour è sempre un'emozione straordinaria, ma questo è un anno speciale. Non ho vinto una gara dall'inizio della stagione ma ho sempre continuato a lavorare sodo nonostante i tempi difficili. Volevo solo dedicare questa vittoria a mio padre. Era una cosa che mi stava a cuore e sono felice di essere riuscito a farlo”.
Quella di oggi è stata una corsa difficile con la Deceuninck Quick Step, che come sempre aveva studiato tutto nel minimo dettaglio, costruendo una strategia vincente.
“Avevo chiesto alla squadra di fare corsa dura nel finale ed è quello che abbiamo fatto. Non c’erano molti corridori sull'ultima salita ed è lì che abbiamo fatto partire il nostro piano. Ho fatto uno sforzo incredibile, non mi sono posto domande, ho dato tutto, perché non avevo niente da perdere”.
Alaphilippe ha lanciato la sfida e a rispondere al suo attacco c’erano solo due corridori: Adam Yates della Mitchelton Schott e Marc Hirschi della Sunweb.
“Dopo il mio attacco Hirschi e Yates mi hanno seguito, hanno provato a giocare un po 'con i miei nervi ma alla fine c’è stato l’accordo con Adam. Volevo proseguire così fino all’ultimo chilometro, per poi organizzarmi per la volata. C'era un forte vento contrario, non era facile e allo stesso tempo dovevamo dare tutto e non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione. Sono felice: ho centrato la mia vittoria”.
Il campione della Deceunick Quick Step, in Francia è il corridore più amato e oggi vincendo la tappa e conquistando la maglia sa di aver fatto qualcosa di importante, che non durerà soltanto un giorno.
“Non è la mia prima maglia gialla questa ma è diversa, perché siamo in un momento completamente diverso. Portare la maglia gialla è qualcosa che rende veramente orgogliosi, perché è un simbolo importante e per me lo è in modo particolare. Ho vinto oggi, ma adesso inizia veramente il nostro lavoro, dovremo difendere questa maglia in ogni modo e sia io che i miei compagni ci impegneremo al massimo per farlo. Il Tour è appena iniziato e abbiamo ancora tanti giorni prima di arrivare a Parigi e dovremo lavorare tanto per raggiungere il nostro obiettivo”.
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