Giacomo NIZZOLO. 10. Era un po’ acciaccato, qualche botta, ma poi la botta la dà lui, con una rasoiata da Jack il cecchino che approfitta del blocco di Davide Ballerini, che pensa di aver vinto, ma non fa i conti con il vento contrario e su questo ragazzo astuto e capace che va come il vento. Ora per la seconda volta si fascia di tricolore. Lui deve fare in modo di onorare al meglio questa maglia, sperando di non avere altri acciacchi. Gli osservatori non lo trascurino e stiano ben attenti: ora è molto visibile.
Filippo POZZATO. 10. Si fa in quattro, con quei due: Gaetano Lunardon e Jonny Moletta. Percorso spettacolare, hospitality di assoluto livello, si vede che hanno passione e competenza. Si vede che non hanno giocato al risparmio, ma hanno fatto tutto quello che andava fatto per dare forma ad una vera prova generale: quella tricolore. Si, perché questo italiano è stato il primo passo di un lungo cammino, e se il buon giorno si vede dal mattino, il Veneto, i veneti e l’Italia intera ha trovato un gruppo di lavoro in più, che di questi tempi male non fa: anzi.
Davide BALLERINI. 5,5. Nessun guasto meccanico, lo dice lui stesso e lo ripete Alessandro Tegner, capo comunicazione di Deceunick. Gambe che si induriscono, vento contrario. Resta quella bicicletta che sobbalza per due volte a pochi metri dal traguardo. Francamente mi convince poco. L’idea è che lui stia esultando non appena sorpassa a doppia velocità Colbrelli alla sua destra, ma è alla sua sinistra che sopraggiungono i problemi. Errore di gioventù o bici che diventa piombo e non va più avanti? Per quanto mi riguarda errore di gioventù.
Sonny COLBRELLI. 5,5. Fa tutto giusto e bene, ma arriva con le gambe depotenziate.
Andrea VENDRAME. 6. Ai piedi del podio, dopo una corsa accorta. Ma contro quei tre là, oggi, c’era poco da fare.
Kristian SBARAGLI. 6,5. Fa sempre il suo, senza fare proclami. È fino alla fine lì a giocarsela con i migliori: va bene così.
Diego ULISSI. 5,5. Dà l’impressione di avere una condizione ottima, ma o non si muove quando dovrebbe, o si muove citofonando in gruppo. Ottiene troppo poco per come va, anche se forse alla fine questo italiano si dimostra meno cattivo di quanto si poteva pensare.
Alessandro DE MARCHI. 6,5. A 13 km dal traguardo parte secco. Sceglie il momento propizio e per poco non mette tutti nel sacco. Mette in mostra una delle più belle azioni di giornata.
Andrea BAGIOLI. 9. Va a prendere tutti, fa quello che vuole e come vuole. Uomo squadra? Di più. Talento? Sicuro.
Vincenzo NIBALI. 6. Fa il suo, su un percorso che non è chiaramente il suo.
Giacomo GARAVAGLIA. 7. Il 24enne delle Kometa Xstra Cycling Tean finisce nella top ten, dimostrando di valere la massima categoria molto più di tanti altri pseudo corridori.
Samuele BATTISTELLA. 8. Fa da spalla a Nizzolo e lo fa a regola d’arte.
Davide FORMOLO. 5,5. Non brillantissimo, nonostante sia in buone condizioni.
Elia VIVIANI. 4. La Cofidis non lo manda all’Europeo per questioni di misure interne anti-Covid, all’italiano non va per una questione di condizione.
Jacopo MOSCA. 6,5. Lavora tanto, entra nelle fughe e rilancia le azioni. Si dà un gran daffare, con convinzione e lucidità.
Marco MARCATO. 6,5. Non è una novità: sa correre. È il regista della sua Uae Emirates. È occhi, cuore e gambe. Fa le cose giuste al momento giusto.
Gianluca BRAMBILLA. 6,5. Corre sulle strade di casa con la voglia di fare bene e bene lo fa, in ogni frangente di corsa.
Giulio CICCONE. 6. Si mette al servizio della squadra, prova a scompaginare le carte, ma può poco.
Alessandro TONELLI. 6. Della nutrita schiera Bardiani Csf Faizané (sono partiti in 19) è il più convincente di tutti. Lui appena, però.
Fausto MASNADA. 6,5. Mena la danza, da mattina sera. Come si dice: prepara il terreno.