Andrea Vendrame correrà da solo contro tutti la prova in linea del Campionato Italiano in terra veneta. Essendo l’unico italiano dell’Ag2r La Mondiale, per lui sarà una sorta di partita a scacchi, il cui premio finale è la maglia Tricolore. Il percorso sembra essere perfetto per le sue caratteristiche e arriva da un buon sesto posto finale al Giro di Vallonia, vinto dal francese Demare, motivo per cui è lecito aspettarselo tra i primi.
«La condizione è sicuramente buona e il percorso lo conosco bene, visto che quando correvo con la Zalf era consuetudine fare queste strade – spiega il 26enne di Santa Lucia di Piave -. Corro da solo, quindi non avrò alcun tipo di pressione, e questo è il modo che più mi piace di interpretare le corse. Dovrò essere bravo a muovermi nel momento giusto, visto che non avendo l’appoggio dei compagni non posso pensare di seguire tutti gli attacchi. Se Nibali e Ciccone cominciano a scattare a turno, per esempio, non avrebbe senso seguirli». Secondo l’ex corridore dell’Androni, però, il tracciato potrebbe rivelarsi più selettivo del previsto. La cosa, ovviamente, non gli dispiacerebbe: «Mi sono confrontato con il mio preparatore e secondo noi la salita de La Rosina farà molta selezione. Non è difficile di per sé, ma affrontarla 12 volte si farà sentire sulle gambe. Dovrebbe bastare a togliere di mezzo i velocisti puri, mentre per staccare corridori come Trentin e Colbrelli, che tengono abbastanza bene in salita, ci sarà bisogno di qualche attacco in più. Lo scenario ideale per me sarebbe un arrivo allo sprint a ranghi ristretti, magari di 10-20 corridori, come è successo l’anno scorso, solo che c’era Formolo davanti e abbiamo dovuto lottare per il secondo posto (Vendrame ha chiuso quinto, ndr). A quel punto credo che avrei veramente la possibilità di portare a casa un buon risultato».
Mercoledì 26 settembre, invece, ci saranno i Campionati Europei di Plouay. Aveva sorpreso il fatto che Vendrame non fosse stato preso in considerazione dal CT Davide Cassani, ma la realtà è diversa, visto che il trevigiano si è trovato nella stessa situazione di Viviani e Colbrelli, ovvero costretto a rinunciare alla chiamata. «Dopo il Vallonia il CT mi aveva chiamato, ma l’Ag2r ha preferito che rinunciassi a scopi precauzionali, in modo da non correre alcun rischio dal contatto con altre persone. Spero di aver comunque la possibilità in futuro di indossare la maglia della Nazionale in qualche rassegna importante».
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