‘L’Italia è pronta per ospitare i Mondiali’, fa sapere il presidente della federciclismo Renato Di Rocco, aprendo un ventaglio di ipotesi che riguardano da vicino anche Imola. Soprattutto Imola: grazie alla presenza dell’autodromo, che garantirebbe un ventaglio invidiabile di infrastrutture già pronte, la città avrebbe un vantaggio tecnico, ma soprattutto economico rispetto alle altre candidate, per essere sede iridata della bici tra il 21 e il 27 settembre. Riportando a casa un evento che ha un precedente illustre, il Mondiale del 1968 vinto da Vittorio Adorni sul circuito dei Tre Monti.
A questa imprevista svolta si è arrivati negli ultimi giorni, dopo la rinuncia di Aigle Martigny di organizzare la rassegna perché in Svizzera, fino al termine del mese prossimo, sono vietati gli eventi con oltre mille persone. Da qui si è messa in moto la macchina dell’Uci per trovare una sede alternativa. Pur dicendo pubblicamente che il tempo a disposizione era ristretto per raccogliere la cifra richiesta per un Mondiale formato light (fra i 4 e i 5 milioni), anche l’Italia si è messa silenziosamente in moto, raccogliendo quattro candidature: con Olbia, Peccioli e l’Abruzzo, si è detta disponibile anche Imola, col vantaggio di avere a disposizione un impianto di altissima qualità come l’Enzo e Dino Ferrari’.
Proprio dalla direzione dell’autodromo è arrivato l’input più interessante: grazie alla risistemazione e alla modernizzazione di una struttura che entro fine anno tornerà ad ospitare la Formula Uno, verrebbero risparmiate le cifre maggiori richieste dall’Uci per sale stampa, aree hospitality, box e via dicendo. Così, per tutto il resto, rimarebbe da tirar fuori una cifra nettamente più bassa, un milione o poco di più: non impossibile da trovare in una Regione che si appresta a vivere un periodo di grande eventi sportivi (Moto Gp, Giro d’Italia, la stessa F1). E che con il Mondiale delle bici metterebbe la ciliegina sulla torta.
Che l’autodromo sia pronto per ospitare anche il ciclismo si è visto a fine luglio, quando sulla pista imolese sono state fatte le prove generali della ripartenza: decine di squadre giovanili hanno gareggiato sull’asfalto dell’Enzo e Dino Ferrari, portando i loro mezzi e le loro attrezzature, come se fossero in una bolla riservata allo sport del pedale. In quell’occasione l’impianto è stato aperto soltanto a dirigenti e atleti, mentre in caso di Mondiale si conta di avere anche il pubblico: la riapertura agli spettatori degli stadi di calcio in settembre, nella misura di un terzo della metà della capienza, consentirebbe all’evento iridato di poter sfruttare in maniera ottimale le tribune dell’autodromo, garantendo la massima sicurezza a chi paga il biglietto, oltre che una presenza decisamente numerosa.
Su un eventuale Mondiale a Imola non si sta lavorando soltanto a livello di strutture: c’è anche un aspetto tecnico. Nei giorni scorsi il ct azzurro Davide Cassani, che si è avvicinato al ciclismo seguendo proprio il trionfo di Adorni, ha disegnato per la prova su strada dei professionisti, in calendario il 27 settembre, un percorso alternativo ai Tre Monti, decisamente più duro rispetto a quello del 1968. Ciò consentirebbe di esaudire una richiesta specifica dell’Uci, che incassando la rinuncia della Svizzera si è proposta di trovare un tracciato esigente almeno quanto quello elvetico.
All’aspetto legato alle gare (si partirebbe lunedì 21 settembre, con la crono a squadre dei pro posticipata al martedì), a supporto della direzione dell’autodromo, lavorerebbe lo staff della Nuova Placci del mordanese Marco Selleri, che con Cassani ha riportato in vita il Giro under 23. Un Mondiale made in Imola, in sostanza: entro l’1 settembre, data promessa dall’Uci per sciogliere le riserve, si saprà se è soltanto un sogno o una realtà vicinissima.
da Il Resto del Carlino
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