Che fosse un talento si sapeva già, ma che in questo 2020 potesse rivelarsi in maniera così prepotente era difficile immaginarselo. Con il successo al Giro dell'Emilia, Aleksandr Vlasov ha inanellato la terza vittoria stagionale, la seconda post lockdown dopo l'assolo alla Mont Ventoux Challenge.
Competitivo nelle corse a tappe e anche nelle gare di un giorno più impegnative, per il 24enne russo oggi è stato addirittura più facile con l'appoggio di un certo Jakob Fuglsang: «Oggi Jakob mi ha aiutato davvero molto, eravamo d'accordo e stavamo entrambi bene - ci spiega Vlasov -. Abbiamo deciso di fare corsa dura, con continui scatti fin dai primi passaggi sul San Luca, mettendo in difficoltà tanti avversari. Al Lombardia mi ero sacrificato per lui e oggi ha voluto ricambiare il favore».
I grandi obiettivi stagionali devono ancora arrivare, ma l'impressione è che lo vedremo presto protagonista anche sui palcoscenici più importanti del mondo: «Ho ancora due obiettivi importanti in questa stagione, la Tirreno-Adriatico e il Giro d'Italia, che sarà il mio primo Grande Giro della stagione. Ora mi riposo un po' e poi mi concentrerò sul Giro».
Se gli si chiede se al momento si sente uno dei corridori più forti del mondo, arrossisce: «Non mi sento tra i più forti del mondo, mi sento solamente un lavoratore che fa il suo dovere al meglio - continua Vlasov, che sogna di vincere Giro d'Italia e Tour de France, ma anche una classica monumento come Il Lombardia -. Da quando sono all'Astana ho fatto un salto di qualità importante, che per certi versi non mi aspettavo nemmeno, però correndo tatticamente più accorto e sempre davanti ho visto che si arriva nel finale con molte energie in più. E poi avere una squadra così forte al tuo servizio, oggi addirittura Jakob, ti permette di correre con maggiore tranquillità. Credo e spero di migliorare ancora».
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