STRADE BIANCHE. 10. Una corsa pazzesca, in uno scenario senza eguali. Una corsa che esalta la bellezza in senso assoluto: totale. Mai come oggi sarebbe da dire bravi tutti, W il ciclismo, oggi più di ieri. Per una ripartenza che non era né facile e tantomeno scontata. A Rcs Sport voto 8, due punti in meno per l’orario di partenza delle ragazze e dei ragazzi (alle 12 e alle13.45, con 42° di temperatura, alla faccia della salute). C’è questa idea della tivù da guardare a casa, quando ormai la puoi vedere su qualsiasi supporto, anche sotto l’ombrellone, o un bel platano.
Wout VAN AERT. 10 e lode. Il fiammingo parte sgommando sullo Strappo delle Tolfe. È uomo del fango, dello sterrato, del fuoristrada, ma oggi la strada la tiene come pochi, confermando un talento indiscutibile, una classe che è lì da vedere. Viene da un gravissimo incidente (un anno fa, crono del Tour, tappa di Pau: era il 17 luglio), che ha messo a repentaglio la sua carriera. Il ginocchio che finisce per picchiare violentemente contro la transenna, quando il belga è lanciato a conquistare la crono. Ginocchio, coscia e muscolo, danni che sembrano irreparabili. Mesi di riabilitazione, la vittoria di oggi ce lo restituisce più forte di prima.
Davide FORMOLO. 9. La roccia contro il ghiaino finisce per rallentare la marcia, che è comunque spedita, efficace, promettente. Fa una grandissima corsa, ottiene una piazza d’onore che onora la maglia tricolore appena accennata, ma lui si vede bene, lì, sul podio, con i migliori, appena sotto il migliore.
Maximilian SCHACHMANN. 8. Vive una grandissima giornata, ma forse spreca qualche energia di troppo, in una corsa nella quale è facile sprecarne.
Alberto BETTIOL. 8. Poco prima di Wout Van Aert ci prova lui, con una buonissima rasoiata, ma se al Fiandre era stato lui a far piangere i belgi, questa volta sono loro a fare lo scherzetto al nostro. Una cosa però è certa: Alberto c’è!
Jakub FUGLSANG. 5,5. Il danese parte a razzo quando al traguardo mancano cinquanta chilometri, Cenghialta e Shefer hanno il loro bel daffare per placarlo e invitarlo a pazientare, a gestire meglio lo sforzo. Lui più che gestirlo, lo subisce e si perde.
Greg VAN AVERMAET. 5,5. Si spegne quando la corsa si accende e resta con il cerino in mano.
Diego ROSA. 6,5. Non era certamente dato tra i grandi favoriti di giornata, ma il piemontese della Arkea Samsic ottiene un buonissimo decimo posto, tutt’altro che da buttare via.
Julian ALAPHILIPPE. 4. Le stagioni non sono tutte uguali, e quest’anno l’abbiamo capito tutti molto bene sulla nostra pelle, ci si è stravolto il mondo in un attimo ed è probabile che ce lo cambierà per molto tempo. Oggi Julian, ultimo vincitore della Strade Bianche, ha capito che anche in bicicletta il mondo può cambiare rapidamente. Un anno fa volava, oggi è atterrato pesantemente sulle terre di Siena. Che tonfo!
Mathieu VAN DER POEL. 4. Era il gran favorito della vigilia, ma dopo la cotta nel gelo di Harrogate, ora quella sotto il solleone di Siena. Mathieu l’invincibile è vulnerabile. Gli avversari l’hanno ampiamente compreso, lui dovrà farsene una ragione. Forte è forte, ma forse la faceva troppo semplice. Non è così.
Michael KWIATKOWSKI. 5. Si spegne la luce, e la bicicletta diventa un blocco di piombo, per gambe di marmo.
Zdenek STYBAR. 5,5. Sembra anche pedalare bene, ma probabilmente perde tempo a stare in zona Alaphilippe e poi perde l’attimo. Peccato, perché sembrava avere una buonissima gamba.
Peter SAGAN. 4. Chi l’ha visto?
Claudio COZZI. 8. È l’uomo del ghiaccio, ma anche di ghiaccio, nel senso che non si fa prendere in fallo, non perde la lucidità, e fa quello che va fatto in certi momenti di emergenza, in questo caso per il gran caldo. Prende dei collant e li riempie di ghiaccio. Un vecchio stratagemma che anche nell’era digitale e di internet funziona sempre. I vecchi collant pieni di ghiaccio funzionano ancora. Li sistemi attorno al collo e ne senti immediatamente sollievo: nelle gambe.
Annemiek VAN VLEUTEN. 10. Sullo strappo di Santa Caterina si scrolla di dosso anche la spagnola Garcia, l’ultima a resisterle. Il suo è un volo perfetto. Leggera come la polvere, che solleva con grazia e potenza. Si conferma la regina per il secondo anno consecutivo. Quarta vittoria post-lockdown in quattro gare disputate: tutte per distacco. Beh, è bravina…
Margarita VICTORIA GARCIA. 9. È la prima ad attaccare e resta tra la polvere un’eternità. Corsa maiuscola, che vale quanto una vittoria.
Elisa LONGO BORGHINI. 8. Lei c’è sempre, anche se la sua bicicletta non c’è più ed è costretta - come le sue compagne di squadra della Trek Segafredo - ad usare biciclette di scorta. Arriva quinta, ma è da applausi.