Definire poetica la strada provinciale "333 di Uscio" può sembrare un azzardo. Vegetazione rigogliosa da tutte le parti, barriere di protezione ai lati della carreggiata che sono una sorta di museo a cielo aperto dei vari tipi e generi installati dal dopoguerra ad oggi, piccole frane e un fondo stradale che sembra eufemistico giudicare "liscio come un biliardo".
Ma, se da quelle parti, in sella alla sua bicicletta, passa un cantore del ciclismo quale Marco Pastonesi, tutto assume un aspetto diverso. Marco è uno bravo, giornalista, scrittore, attento all'avvenimento sportivo, ma soprattutto all'uomo, all'atleta che lo compie. Abita a Genova Nervi, pertanto la "333 di Uscio", inevitabilmente, diventa una delle mete preferite, se non obbligate, quando vuol fare un giro in bicicletta.
La salita non è durissima, permette di rimanere ben vigili, osservando quanto lo circonda. Pastonesi per l'occasione non usa la penna, ma il telefonino, scatta una foto che racchiude la magia del ciclismo: "W il GIRO". Poco importa che sia tra le erbacce e scritta sopra un muro che deve combattere con le insidie del tempo, l'imperversare di manifesti e il rischio di smottamenti.
La frase risale al 2015 quando la strada venne affrontata in occasione della terza tappa della 98a edizione del Giro d'Italia, la Rapallo - Sestri Levante di 136 chilometri. Potremmo definirla una tappa folle, persino al direttore del Giro Mauro Vegni fischiano ancora le orecchie. Un "mangia e bevi" sulle strette strade dell'entroterra ligure dove un malcapitato Domenico Pozzovivo fu protagonista di una spettacolare caduta che lo costrinse al ritiro.
A volere la tappa era stata la Regione Liguria, per portare il grande ciclismo dove non c'era mai stato, a Rondanina, Barbagelata, Favale. A dire il vero anche la "333" per quanto riguarda le due ruote può considerarsi una nobile decaduta, ai tempi di Coppi e Bartali veniva percorsa spesso, poi, solo passaggi sporadici. L'ultimo volta nel 1966, il Giro vinto da Gianni Motta. Era la quarta tappa, la Genova - Viareggio di 241 chilometri. Provenienti dal capoluogo genevese i ciclisti affrontarono le dolci rampe che portano al Colle Caprile, a vincere un traguardo volante, posto sulla piazza principale di Uscio, Ambrogio Portalupi con la caratteristica e allora innovativa maglia della Vittadello. Il gruppo compatto, Julio Jimenez tranquillo in maglia rosa, Portalupi, scattato nella "curva dai Carabinieri, vinse, tra gli applausi del pubblico, un soggiorno di una settimana alla Colonia Arnaldi di Uscio che forse non avrà mai fatto. Poi l'oblio, sino al 2015. Per questo, tante scritte: "W il GIRO" per salutare un evento che non si vedeva da anni. La foto di Marco ricorda quei momenti con la speranza che dopo cinque anni di astinenza nel 2021 il Giro d'Italia torni in Liguria.