E’ presente: telefona, messaggia, whatsappa, domanda, risponde, interviene, guida, dirige, studia, spiega, racconta, registra.
E’ versatile: pedala, allena, seleziona, ordina, invita, inventa, progetta, organizza, segue, premia, comanda, torna a pedalare.
E’ eclettico: visiona e supervisiona, siede e presiede, scrive, presenta, ci mette la faccia e la parola, il nome e il cognome.
Ed è curioso: quando va e viene, esplora e scopre, una salita o un falsopiano, un primo o un vino, un sindaco o un assessore, un museo o un castello, un velocista o uno scalatore. Una ragnatela di relazioni, un mosaico di conoscenze, un caleidoscopio di paesaggi, una ciclopedia di emozioni.
Davide Cassani è “Il ciclista curioso” (Rizzoli, 316 pagine, 18 euro). Con la collaborazione di Giacomo Pellizzari, ha scuriosato per l’Italia in sella e sui pedali, in lungo e in largo, più in alto che in basso, più al Nord che al Sud. Itinerari riassunti, mappati, raccontati, introdotti sentimentalmente, descritti stradalmente, spiegati turisticamente. E divisi in cinque categorie: prime gambe (come da Sestri Levante a Framura, in Liguria), le panoramiche (come la Strada della Forra, sul Lago di Garda), le nascoste (come la Valle Imagna, nel Bergamasco), le storiche (come la Val d’Orcia, in Toscana) e le misteriose (come il Passo del Rombo, fra Italia e Austria). C’è spazio anche per pedalare con la testa: “Per i siciliani, l’Etna è donna. Di più è ‘la’ Montagna. O, meglio ‘A Muntagna, come dicono loro. Quasi non ce ne fossero altre, e viene da pensare che abbiano davvero ragione: questa strana conformazione geologica, una sorta di Buddha di oltre 3000 metri che incombe sul Mediterraneo, e che muta continuamente fisionomia, non ha eguali”.
Nella prefazione Gianni Mura, che non era ciclista, ma era molto curioso, tant’è vero che dietro ai ciclisti ha passato tanto tempo, sostiene che “questo libro è anche una guida alla bellezza” e precisa che “le strade dei ciclisti sono piccole, strette, spesso non asfaltate o messe male ad asfalto. E portano a un’Italia appartata, quasi lasciata indietro o ai margini dall’Italia fatta di skyline, di made in Italy griffato”. E’, questo, uno degli ultimi scritti di Mura, che profetizza: “Qui si può leggere anche un impegno futuro: l’uscita di un secondo volume, che porti su altre strade”. Cassani il curioso, insieme ad altri novantanove progetti, lo starà già facendo.
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