La bicicletta è la compagna di una vita e Silvano Lorenzon è felice di poterlo raccontare perché se l'è vista brutta... «Scendendo verso Feltre e precisamente su una rotonda sulla quale mi ero già immesso, è sopraggiunta una macchina che mi ha centrato. Non mi ha visto, ha ammesso il conducente. Ho fatto un volo sul cofano e sono balzato a terra: ricoverato al pronto soccorso, me la sono cavata - per così dire - con una gran botta sulle costole».
Per fortuna tanta paura, un bel po' di dolore e tanta rabbia per l'ennesimo incidente della strada, occorso ad un ciclista: distrazione, velocità, imprudenza... per una strage che continua, giorno dopo giorno, inarrestabile fino a quando a livello legislativo non si deciderà davvero di fare qualcosa.
Intanto la notizia odierna ci consente di ricordare la figura di Sylvain Lorenzon, marsigliese di nascita, classe 1964, rientrato in Italia quando aveva 16 anni e subito tesserato per la Rinascita Ormelle.
«Da dilettante - ci racconta - ho corso prima con la Elsima e poi con la ZG mobili, tra le vittorie ricordo una tappa del Giro d’Italia dilettanti a Verbania e la convocazione ai Mondiali in Austria. Ho debuttato nel professionismo nell’88 con Dino Zandegú nella Malvor-Sidi-Bottecchia. Poi sono passato nell’89 nello squadrone della Malvor-Sidi-Colnago, dove ho militato due anni e ottenuto una vittoria a Scordía, in Sicilia. Ho disputato tre giri d’Italia, ricorda benissimo l’88 con la tappa del Gavia, un freddo infernale, una tappa che ricorderò per tutta la vita. Così come ricorderò per sempre la Paris-Roubaix, anche quella un'esperienza unica. L'ultima stagione l'ho corsa con la maglia della ZG».
E ancora: «Sono sempre un grande appassionato di ciclismo, ho seguito dalle categorie giovanili fino ai dilettanti i miei figli Marco e Rudy. Adesso il sabato e la domenica ci troviamo in compagnia per fare delle uscite in bici con gli amici e partecipo anche qualche Granfondo con il mio gruppo AMICINBICI. Ero con loro anche questa mattina quando è successo il fattaccio. per fortuna mi è andata bene e dovrei cavarmela con un paio di settimane di riposo. Ma a tutti coloro che viaggiano sulla strada, qualunque sia il loro mezzo, dico: abbiate sempre massima attenzione e massimo rispetto, pensate alla vsotra vita e a quella degli altri».