In attesa delle prime corse, Marta Cavalli fa avanti e indietro da Formigara a Montichiari. Come tutte le altre azzurre della pista che avevano nel mirino i Giochi Olimpici la 22enne cremonese del Team Valcar-Travel & Service sta preparando la “gamba” alla ripartenza dividendosi tra allenamenti su strada e in pista.
«Stiamo sfruttando questo periodo per ritrovarci e girare un po’ insieme. Arriviamo da mesi difficili e strani, non vedo l’ora di tornare a svolgere il nostro lavoro a tutti gli effetti. Il lockdown l’ho vissuto come occasione per fare il punto della situazione, godermi casa, famiglia, gli affetti più stretti che a causa dei tanti viaggi spesso trascuriamo. Mi è dispiaciuto non poter correre, con la squadra avevamo stilato un bel programma e come tutti ero pronta e agguerrita per la stagione, ma ho cercato di cogliere il lato positivo e prenderla con filosofia» racconta al rientro a casa dopo l’ennesimo viaggio in auto dal velodromo bresciano.
«Tornare ad allenarsi e riavere tra le mani un nuovo calendario è stato motivante, io e le mie compagne siamo determinate e abbiamo già messo i cerchiolini rossi sui nuovi obiettivi. Il principale e imminente per me è il Giro Rosa, che ho disputato solo una volta al primo anno da Elite. Una mia caratteristica è reggere bene sforzi prolungati, in genere con il passare dei giorni non perdo brillantezza, anzi assisto a un’inversione di tendenza della mia prestazione. Punterò alla classifica Under 23, a stare con le migliori».
La ripartenza è piena di dubbi, ma Marta è pronta ad affrontarla al galoppo. «Ho letto il protocollo stilato dall’UCI e, a quanto ho capito, tutte le persone coinvolte nelle corse saranno sottoposti a controlli prima, durante e dopo l’evento. Saremo in una “bolla” protetta quindi il rischio per noi atleti sarà basso. Questo mi dà sicurezza e serenità. Non vedo l’ora di riattaccare il numero alla schiena».
Il grande sogno della portacolori delle Fiamme Oro ha la forma dei cinque cerchi. «L’appuntamento con i Giochi Olimpici di Tokyo è rimandato al 2021, lavoreremo sodo per arrivarci al meglio. Per quanto riguarda quest’anno, oltre a far bene alla corsa rosa, ci terrei a disputare la prima Parigi-Roubaix femminile della storia in programma il 25 ottobre. Devo ringraziare la squadra e tutti coloro che stanno facendo i salti mortali per permetterci di correre. La carriera di un ciclista è breve, questi sono anni fondamentali per il mio futuro e quello dei miei colleghi. In questo scampolo di 2020 sui pedali vorrei farmi notare da un grande team, correre all’estero sarebbe un’esperienza preziosa per la mia carriera, ma è prematuro parlare di ciclomercato. Noi donne praticamente firmiamo sempre contratti di anno in anno. Quando sarà l’ora sceglierò in modo ponderato con chi mi sta vicino quale strada sarà meglio intraprendere, ora la priorità è ripartire e riuscirci al meglio».
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