Regna il silenzio, anche lì, anche in “Sport e Salute”, che abbozza, cerca di prenderla con sportività, ma non l’ha prende bene. Nessuna reazione ufficiale, l’avvocato Vito Cozzoli (nella foto con il Ministro Spadafora, ndr), presidente-ad, e i suoi più stretti collaboratori tacciono. L’auspicio è un’approvazione con diverse modifiche. Però, al momento, a rimetterci sembra proprio la società che ha rimpiazzato la vecchia Coni servizi.
La bozza apre alla possibilità di una “rimodulazione” delle risorse, che invece in questo momento da legge è possibile solo in sede di “prima applicazione”. Una rimodulazione che potrebbe cambiare in modo significativo la divisione della torta delle risorse fra Sport e Salute (368 sui 408 del minimo garantito da legge) e Coni (40).
Scrive sempre Valerio Piccioni sulla Gazzetta di oggi: «Coni che torna ad avere una sua pianta organica. Ora l’Ente si “avvale” di poco più di un centinaio di dipendenti di Sport e Salute. Con la nuova soluzione, questo legame salta: quei dipendenti diventano dipendenti Coni e basta, niente più contratto di servizio, una separazione totale. Insomma, il Coni per le sue competenze, farà da solo. Ed è molto probabile che non gli basteranno i 40 milioni dello stanziamento iniziale, e forse neanche le risorse umane immaginate (pensate, per esempio, alla gestione dei centri di preparazione olimpica, che rappresenteranno comunque un esame difficile sotto il profilo della sostenibilità).
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.