«Non si riparte. Organizzare eventi è praticamente impossibile». Questo, in sintesi, l'allarme lanciato questa mattina dal commissario provinciale della Federazione Ciclistica Italiana Christian Rigamonti attraverso il Corriere di Como. La preoccupazione è rivolta soprattutto alle categorie giovanili, nelle quali tutto è portato avanti da volontari.
Chi conosce il ciclismo sa che quanto raccontato da Rigamonti è la triste fotografia della realtà con cui lo sport, e non solo, deve confrontrsi in seguito alle restrizioni imposte per limitare la pandemia scatenata dal Covid-19. Le difficoltà da superare sono notevoli, le responsabilità di cui farsi carico tante, troppe per chi al mondo delle due ruote dedica il suo tempo libero e una smisurata passione, senza averne dei ricavi.
«La FCI si sta adoperando molto per far ripartire l'attività, ma i problemi è evidente sono ancora tanti perchè a livello nazionale le direttive sono stringenti e, a differenza di quanto auspicavamo, non è stato firmato un nuovo DPCM che abbia allargato le possibilità di azione. È un paradosso: i parchi sono pieni di gente che gioca a calcio, basket e quant'altro ma il via libera allo sport organizzato tarda ad arrivare. A livello ludico tutto è permesso, a livello agonistico nulla» commenta il presidente del Comitato Regionale Lombardo della FCI Cordiano Dagnoni, interpellato da tuttobiciweb.
Dagnoni resta comunque positivo e propositivo. «Come suggerito di recente dal responabile della struttura tecnica regionale Stefano Pedrinazzi, sarebbe auspicabile che ogni società facesse svolgere a uno dei suoi il corso gratuito, di circa due ore, per la formazione del Comitato anticontagio Covid, disponibile dal 3 luglio sul sito www.formazionefederciclismo.it così che le singole squadre possano “alleggerire”, almeno in parte, il peso delle responsabilità che ricadono sugli organizzatori delle gare. Il direttore sportivo, il genitore o chi per la squadra prenderà l'attestato rilasciato a fine corso si occuperà di far mantenere le distanze ai propri corridori/staff e sarà responsabile della sanificazione dell'ammiraglia, il furgone e lo spazio occupato dal proprio team mentre chi organizza si farà carico degli altri aspetti logistici, dei propri addetti a chiudere le strade e di svolgere tutte le operazioni del caso. Per ripartire dobbiamo distribuire gli impegni, i costi e le responsabilità, altrimenti sarà difficile allestire una corsa e, di conseguenza, rischiamo di perdere tanti corridori».
Il CR Lombardia è pronto a riproporre ad agosto l'evento all'autodromo di Monza che sperava di poter realizzare già a inizio luglio. «Fabio Perego si era impegnato in prima persona, avremmo garantito il rispetto dei protocolli previsti per gli impianti chiusi in un ambiente protetto ma all'aperto, sarebbe stato un test event importante ma siamo stati fermati – conclude Dagnoni. - Contiamo però di riuscire a far tornare in sella bambine e bambini di tutte le età con Uniti oggi per il ciclismo di domani: il CRL- FCI e l’Autodromo di Monza insieme per lo sport dei giovani quanto prima. Bisogna far di tutto per ripartire, sia che lo si debba fare con una cronometro o con prove in linea. Siamo a disposizione e a supporto di chiunque si voglia impegnare, sperando che le condizioni per farlo diventino presto più motivanti per tutti».