L'ispirazione l'ha avuta dal fratello Marco, ma il suo modello è Tom Dumoulin. Nicola Plebani, fino allo scorso anno juniores nel Team F.lli Giorgi, fa parte della nuova generazione di giovani talenti del bergamasco. Classe 2001, diciannove anni a ottobre, Plebani è un passista-scalatore con ampi margini di miglioramento. Quando la strada guarda all'insù, l'orobico è a suo agio, pronto a dare battaglia, a soffrire, a dare il meglio.
Nel 2019 una vittoria, la Brescia-Monte Magno, e una lunga lista di ottimi piazzamenti fra cui spiccano il secondo posto a Clusone, la terza posizione al Santurario del Boden (cronoscalata), la quarta nella Collegno-Sestriere, a San Giovanni Marignano e Bracelli, nello Spezzino, la quinta nella Schio-Ossario del Pasubio, cronoscalata di Cerro e Calea, nel Torinese, la sesta nella San Vigilio-Brione e in cima ad Altino e per finire la settima nella Bologna-San Luca.
«E' andata bene, non posso lamentarmi. A metà stagione mi sono anche fermato due settimane a causa di valori fisici sballati. E quando stai senza corse, poi non riprendi la gamba giusta per essere competitivo al cento per cento. Poi, sono tornato nei quartieri alti del gruppo, subito alle spalle dei migliori. Avrei potuto ottenere qualche successo di più, ma sono soddisfatto di quello che ho fatto».
E' stato Marco Plebani, classe 1999 ex juniores pure lui nella squadra di Giorgi, a trasmettere al fratello minore Nicola la passione per la bicicletta. Oggi, Marco lavora come perito meccanico, mentre Nicola continua a correre ed è atteso al debutto tra gli under 23. Plebani è di Adrara San Martino, nel Basso Sebino, in provincia di Bergamo, dove vive con il padre Valter e la madre Simona, titolari di una azienda di guarnizioni. Il giovane bergamasco si è diplomato in meccatronica all'Istituto Superiore Scolastico Statale "Serafino Riva" di Sarnico ed è in procinto di iscriversi all'università nella facoltà di economia. Alto 180 centimetri per un peso di 66, Plebani è passato quest'anno a difendere i colori del team Colpack-Ballan sotto la direzione tecnica di Gianluca Valoti e Antonio Bevilacqua.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Dopo anni bui ci stiamo riprendendo bene. E possiamo dire ad alta voce di essere competitivi in tutte le discipline delle due ruote».
A quale età hai cominciato a correre?
«Ho iniziato a 7 anni per il GSC Villongo, con una bici Vicini rossa».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«E' difficile visto le diverse epoche, ma dico Eddy Merckx».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Lo sci, è una scarica di adrenalina».
I tuoi peggiori difetti?
«A volte sono troppo schietto».
Il tuo modello di corridore?
«Mi piace Tom Dumoulin».
Cosa leggi preferibilmente?
«Leggere non è la mia passione"».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Più divertimento e meno stress agonistico nelle categorie giovanili».
Piatto preferito?
«Pizza».
Film che ti ha emozionato?
«The Wolf of Wall Strett con Leonardo Di Caprio».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Sergio Meris, con lui c'è un buon feeling».
Il bello del ciclismo?
«Ti scarica dalla tensione quotidiana».
Paese preferito?
«L'Italia».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«La verità per quello che sono».
Hobby?
«la musica e la cucina».
La gara che vorresti vincere?
«Milano-Sanremo».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con nessuno».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Cercare di rendermi utile per la squadra».
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