Per il protocollo sicurezza varato dall’Uci e dal Direttore sanitario dell’organizzazione mondiale del ciclismo il Professor Xavier Bigard ai primi di maggio vale solo un punto: «il protocollo rimane dipendente dalle leggi e dalle misure locali e nazionali in vigore nei territori che ospitano gli eventi». Per la serie: abbiamo stilato un protocollo che può anche non servire, perché ogni organizzatore si deve rifare alle disposizioni di legge del proprio Paese. Fine.
Insomma, non si può dire che ad Aigle si stiano dannando l’anima di lavoro, difatti si fanno notare per il proprio immobilismo, per una condotta a dir poco omissiva. Loro osservano, ma non favellano. La Mitchelton Scott di Gerry Ryan da marzo paga il 30% degli stipendi (decisione unilaterale presa solo dallo sponsor) e loro ne prendono atto senza colpo ferire (anche il CPA forse dovrebbe fare qualcosa in merito, o no?). Una Fondazione spagnola si propone come partner con un potenziale di 10 milioni di euro, e il governo mondiale della bicicletta resta ad osservare. Mi sarei aspettato dalla Commissione Licenze almeno un audit, per capire e verificare con i diretti interessati, Shane Bannan e Gerry Ryan, quello che sta accadendo all’interno di questa squadra (non è la sola, purtroppo, in profonda crisi: ce ne sono almeno altre quattro). Sarebbe perlomeno un atteggiamento da buon padre, ma è evidente che le squadre di World Tour sono figlie di nessuno.
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