Come i corridori stanno allenando i muscoli in vista della ripartenza, così anche le voci del ciclismo sono in fase di riscaldamento in attesa di tornare a sedersi dietro ad un microfono per raccontarci le grandi corse. È il caso di Luca Gregorio, telecronista di lunga militanza e notevole esperienza sportiva, che abbiamo raggiunto telefonicamente a Bardonecchia.
Per Gregorio, milanese, classe 1981, quella di quest’anno - seppur sia stata decisamente atipica - è la terza stagione nella squadra del ciclismo di Eurosport, dove lavora con Riccardo Magrini, Wladimir Belli e Fabio Panchetti.
Una stagione cominiciata per Luca a fine gennaio con la Vuelta a San Juan, passata poi per la Volta a la Comunitat Valenciana, l'UAE Tour e la Parigi-Nizza, prima del brusco stop a causa del coronavirus: «Durante tutti questi mesi senza corse ne ho approfittato per ridefinire un po’ gli equilibri familiari, che penso siano la base per una vita serena. Ho scoperto anche i rulli e ammetto che si è tratatto di una bella scoperta vista l’impossibilità di allenarsi su strada. Mi sono tenuto in forma ed ho così cercato di non mettere su troppi chili - ride -. Ancora oggi mi sto riposando molto, in compagnia di mia moglie Silvia e dei nostri due bambini, Federico di otto anni e Tommaso di quattro».
Quello che si racconta a tuttobiciweb è un Luca molto ottimista in vista della ripresa di stagione: «Mi immagino un ritorno alle corse molto scoppiettante e spettacolare, soprattutto con una grande voglia da parte dei corridori di mettersi in mostra e giocare nel miglior modo possibile le carte a loro disposizione. Saranno mesi frenetici, intensi e ricchi di adrenalina: una stagione forse più accesa rispetto alle altre. Agosto poi rappresenterà il mese della rinascita, anche grazie alla collocazione delle grandi corse italiane come Strade Bianche, Milano-Sanremo e Il Lombardia. Il Tour de France invece ha un parterre di corridori che penso sia il migliore degli ultimi trent’anni e si preannuncia un vero spettacolo. Lo era già nelle passate stagioni, ma quest’anno credo possa avere una marcia in più, proprio per la presenza di quasi tutti i grandi uomini di classifica. Mi manca molto l’adrenalina delle corse ma per fortuna alla ripartenza manca sempre meno, con Riccardo su Eurosport dovremmo incominciare con le Strade Bianche, il primo di agosto».
E ancora una riflessione sul calendario stilato dall’Unione Ciclistica Internazionale: «Ammetto di essere rimasto sorpreso per tutte le polemiche che ci sono state a seguito della pubblicazione del nuovo calendario. Secondo me, vista la difficile situazione in cui ci siamo trovati e siamo tutt’ora, è giusto fare tutti un passo indietro e cercare di adattarci al meglio ad ogni situazione. Concentrare quasi tutte le corse in così pochi mesi non penso sia stato un lavoro semplice. Collocare il Tour de France e poi a cascata tutte le altre corse, dal mio personale punto di vista è corretto. Ricordiamo che la Grande Boucle è il perno centrale del nostro sport e di conseguenza è l’evento più importante sia per i corridori che per gli sponsor, poiché gode di una visibilità mediatica senza confronti. Quanto al Giro d’Italia, la collocazione ad ottobre secondo me è stata un’ottima scelta, senza dimenticare un aspetto importante: ha mantenuto le 21 tappe a differenza della Vuelta che è stata accorciata a 18, aspetto non secondario. Non è detto poi che a livello meteorologico le cose ad ottobre siano peggiori rispetto a maggio, anzi. Al Giro ci saranno meno pretendenti al successo finale rispetto al Tour de France, ma saranno presenti grandissimi velocisti. Sarà una grande corsa, quest’anno più che mai sarà davvero speciale. Per quanto concerne la sovrapposizione con le Grandi Classiche, sicuramente è un peccato ma credo che non ci fossero alternative. Bisogna fare di necessità virtù, senza fare troppe polemiche. In conclusione, a me questo calendario piace».