Ripartenza sì, ma come e quando? Il ciclismo si interroga, cerca risposte ma non riesce ancora a trovare certezze e le preoccupazioni crescono. Di ieri la decisione del Comitato tecnico scientifico (Cts) di negare il via libera per l’immediata ripresa degli sport di contatto, di ieri la lettera che il ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora ha scritto al Premier Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza per protestare contro tale decisione: «Caro Presidente, il recente parere del Comitato Tecnico Scientifico sullo sport di contatto sembra decontestualizzato dalla realtà dei fatti e prefigura ulteriori sacrifici a migliaia di operatori del mondo sportivo. A seguito delle difficili settimane di lockdown, la riapertura delle attività economiche e sociali del Paese, realizzata grazie al senso di responsabilità di cittadini, artigiani professionisti e imprese, mostra, d’altronde, quotidiane scene di assembramenti che paiono caratterizzarsi per senso di ineluttabilità. Solo a titolo esemplificativo, non posso non menzionare le immagini di manifestazioni politiche, culturali e sportive, le stazioni affollate e le piazze e strade gremite... Diventa sempre più difficile spiegare il motivo di posizioni del tutto intransigenti e, nello specifico, dell’impossibilita di individuare soluzioni e percorsi che, a certe condizioni, possano consentire la ripresa degli sport di contatto e soprattutto delle attività sportive amatoriali (partite di calcetto, beach volley, pallavolo, ecc.). In questa direzione, stanno andando, del resto, quasi tutte le regioni italiane, ponendosi per il Governo un tema la cui cifra va oltre quella della tutela sanitaria...».
E il ciclismo che non è sport di contatto ma di “prossimità”? Resta nel limbo, in attesa di un nuovo DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che non si sa quando potrà arrivare e di un pronunciamento del CTS (Comitato Tecnico Scientifico) che non ha tempi prevedibili.
La preoccupazione c’è in tutto l’ambiente, anche chi è pronto a ripartire si interroga e l’aria si fa pesante.
tuttobiciweb ha raggiunto il presidente federale Renato Di Rocco che spiega: «La situazione è delicata e non possiamo nasconderlo, d’altra parte il Paese è alle prese con alcuni nuovi focolai di virus che, seppur meno violenti rispetto al passato, invitano a non abbassare la guardia. Ma noi siamo pronti alla ripartenza: abbiamo presentato al CTS un protocollo sanitario che è in attesa di approvazione e siamo fiduciosi al riguardo. Dall’altra parte attendiamo che venga emesso il nuovo DPCM ma, se questo non dovesse arrivare, ricordiamoci che ci sono i provvedimenti regionali: il DPCM ancora in vigore dà alle Regioni, dal 25 giugno, la possibilità di rivedere la norma sui divieti. Puglia, Abruzzo, Liguria e Sicilia, per esempio, già nelle ultime ore si sono mosse in tal senso. Certo, non è la soluzione migliore perché ci porta ad avere un Paese che viaggia a diverse velocità mentre noi preferiremmo di gran lunga un’Italia unita, ma io resto fiducioso nella ripartenza».